Siamo
a Dublino non molti anni fa, 2012, ma non si dice sui giornali che qualcuno si
è suicidato. Con ditte e matrimoni misti, cattolico-anglicani, che gli stessi
soggetti che vi si impegnano in vario modo risentono. Con le donne - mogli,
sorelle, fidanzate - che aspettano a casa gli uomini dalle ronde con le amanti,
anche non a pagamento. E con una mentalità inglese e una irlandese – il modo
sdi “sapere senza sapere”. Ma la suspense c’è:
nella scrittura. La scrittura dettaglista di Banville appiattisce la
vicenda - l’alto e il basso, il grave e il triviale, qui anche il Nord e il Sud
– ma è essa stessa suspense: crea una sua piccola adrenalina che invoglia la
lettura.
“Vengeance”
è il titolo originale, della vendetta boomerang, pubblicato come Benjamin
Black. Banville usa questo pseudonimo per i gialli, come a dirli mercanzia di
scarto, ma scrive sempre alla stessa maniera: elaborata, allusiva. Avvincente
per indefinitezza. Eccezione fa solo per i due caratteristi seriali, il dottor
Quirke e l’ispettore Hackett, inafferrabili, benché ripetitivi, e strambi, come
vuole la ricetta originaria Sherlock Holmes.
Benjamin Black, False piste, Guanda, pp. 280 € 17,50
Benjamin Black, False piste, Guanda, pp. 280 € 17,50
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