venerdì 8 aprile 2016

La vendetta fa boomerang

Siamo a Dublino non molti anni fa, 2012, ma non si dice sui giornali che qualcuno si è suicidato. Con ditte e matrimoni misti, cattolico-anglicani, che gli stessi soggetti che vi si impegnano in vario modo risentono. Con le donne - mogli, sorelle, fidanzate - che aspettano a casa gli uomini dalle ronde con le amanti, anche non a pagamento. E con una mentalità inglese e una irlandese – il modo sdi “sapere senza sapere”. Ma la suspense c’è:  nella scrittura. La scrittura dettaglista di Banville appiattisce la vicenda - l’alto e il basso, il grave e il triviale, qui anche il Nord e il Sud – ma è essa stessa suspense: crea una sua piccola adrenalina che invoglia la lettura.
“Vengeance” è il titolo originale, della vendetta boomerang, pubblicato come Benjamin Black. Banville usa questo pseudonimo per i gialli, come a dirli mercanzia di scarto, ma scrive sempre alla stessa maniera: elaborata, allusiva. Avvincente per indefinitezza. Eccezione fa solo per i due caratteristi seriali, il dottor Quirke e l’ispettore Hackett, inafferrabili, benché ripetitivi, e strambi, come vuole la ricetta originaria Sherlock Holmes.
Benjamin Black, False piste, Guanda, pp. 280 € 17,50

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