Interrogato da “Striscia la notizia” sulla
repulsione verso i cani, l’imam della moschea milanese di via Jenner, che non
sa una parola d’italiano, ha però le idee chiare: “Il problema non è il cane. È
che il cane ha più diritti di una persona, se questa è islamica”. Lo stesso il ministro
degli Esteri dell’Iran, che ha accolto a Teheran in successione Renzi e
Mogherini: “I diritti civili sì, ma chiediamo reciprocità”. E non per escamotage: non per evitare la questione.
Nonché senza chiedere scusa e senza sensi di colpa, anzi all’attacco.
Il ministro ha molto da ridire, parlando con
Paolo Valentino del “Corriere della sera”, “sull’alienazione delle comunità
islamiche in molte società europee, o su come la libertà di espressione venga
abusata per dissacrare i valori dell’islam”. Di più: “Ci allarma che quelli che
tagliano teste innocenti in Siria o Iraq parlino perfettamente inglese o
francese”. Il sottinteso è che lo stesso terrorismo è colpa dell’Occidente. Che
non è furbizia da ayatollah, il ministro Zarif è un diplomatico.
Non c’è solo il wahabismo sunnita dell’Is,
alimentato dall’Arabia Saudita, c’è anche lo sciismo di Teheran alla base della
rivendicazionismo islamico. Dell’Iran che si arriva a non temere perché di
antica civiltà, essa stessa parte nobile della tradizione occidentale. Ma che ha
alimentato molto radicalismo islamico, al tempo di Khomeini e di Ahmadinejad. E
lo fa tuttora, attraverso il sito radio.islam, agito da un fuoriuscito marocchino
in Svezia ma ispirato e foraggiato dall’Iran.
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