giovedì 21 aprile 2016

L’islam si vuole forte e minaccioso, perché offenderlo?

L’islam è complesso e contraddittorio, il mondo che vi si ispira. Tra Coca-Cola e jihad, tra niqab e Gucci, tra califfi – o non più semplicemente rais? – e internet. E perciò non minaccia nessuno, non potrebbe. A differenza del turbocapitalismo, ben occidentale, che ci sta dissolvendo.
Vero, in un certo senso. Se cioè si vuole fare una polemica giornalistica - anche giustificato: per un medievista il giornalismo dev’essere acqua di sorgente. È vero pure in altro senso: il mondo mussulmano è polimorfo, e quello mediorientale peggio, è diviso, in guerre acerrime. Di più, va detto che il popolo mussulmano non è militarizzato, non c’è nessun sultano o califfo che organizzi una conquista. Mentre è incontestabile che il turbo capitalismo ci sta distruggendo, nella crisi senza precedenti e senza sbocchi che l’Europa vive – che non se ne abbia coscienza, si può aggiungere, è parte del turbo capitalismo, che sottomette con la convinzione.
Ma la demografia è anch’essa un fatto. E il nazionalismo o revanscismo islamico pure. Tanto più radicato - anche nei semplici, quelli che esultano spontaneamente agli 11 settembre - e radicale quanto è impulsivo, e diffuso, generale, quasi una seconda natura. Insomma, l’assunto di Cardini è anch’esso falso, a metà – come quello che combatte. Un islamico sorriderebbe alle sue argomentazioni.
Franco Cardini, «L’islam è una minaccia» (Falso!), Laterza, pp. 216 € 10

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