Una donna
capo-azienda, presidente dei Giovani Industriali per dieci anni, ministro per
due, che si vuole “la sguattera del Guatemala” per il suo uomo, un piccolo arrivista,
peraltro già sposato, che si presenta come uno gnoccone di paese – niente di
Clark Gable, nemmeno di Mastroianni, la simpatica canaglia. È la cosa che più
fa soffrire di questa vicenda – che peraltro non è nemmeno di corruzione,
giusto anti-trivelle.
Si
commuove anche l’“Osservatore Romano”: il papa ricorda Scalfari il giorno del
suo compleanno, e ai giornalisti di “Repubblica” che lo omaggiano al termine
dell’udienza popolare del mercoledì, dice: “Fate gli auguri a Scalfari, un
rosario il mio regalo”. Alla
vigilia del ribaltone millenario sulla sessualità, che la chiesa conculcava.
Che manderà Scalfari come dono al papa?
È un
gesto nobile, quello del papa nei confronti di Scalfari, come un tempo usava
fra regnanti. Anche se remoti, erano tutti cugini.
Affettuoso
il papa vuole “capovolti” gli anni di Scalfari, e invece di 92 propone di
leggere 62, pur dicendolo “un giovanotto nel pieno dell’attività”. Imita la
gerenza di questo sito? Che però propone l’età allo specchio – il papa ha perso
una battuta.
Non è un’inchiesta
a orologeria, quella di Potenza, i giudici italiani non ne fanno. Fanno giusto
opera di carità alimentando i giornali ogni con novità – uno scandalo nello scandalo.
Come un fuoco d’artificio a catena. Dopo
Guidi Delrio. A quando Renzi? Non poteva non sapere.
La
Procura di Potenza smentisce il disastro ambientale. Dopo un settimana di disastri
indelebili. Con varie mozioni di sfiducia. Il disastro ambientale non è una
guerra tra appaltatori, è un disastro per tutti.
Una cosa
giusta Renzi l’avrà fatta: questi Procuratori non saranno senatori.
Sei anni
fa ci sono stati 21 morti e 650 feriti a Duisburg per un concerto gratuito. Per
rilanciare l’immagine della città. Dopo sei anni non c’è un colpevole, anzi non
c’è nemmeno da cercarlo. Gli organizzatori, la polizia, i soccorsi? I giudici
sin sono rifiutati di giudicare il caso. C’è lo Stato-mafia e c’è lo Stato-Stato:
la Germania si protegge inttaccabile. .
È il solito
scandalo preelettorale, quello di Potenza per gli abusi petroliferi? Sì,
l’inchiesta va avanti da almeno due anni. Serve all’inutile referendum
anti-trivelle
In
realtà questa nuova inchiesta di Potenza è quella vecchia di Woodcock,
aggiornata. Quindi di sei-sette anni. Una delle tante inchieste fantasiose che
il giudice impiantò o a Potenza per farsi trasferire a Napoli, la sua città.
Provenzano, cronico in ospedale, deve stare in
isolamento. Il ministro della Giustizia Orlando se ne lava le mani. Effetto
dello Stato-mafia: chi tocca i fili muore. Ma anche dello Stato terribilista,
come lo diceva Sciascia, che dopo cinquant’anni punisce terribilissimo i
delinquenti. Dopo averli cioè lasciati delinquere per cinquant’anni, mezzo
secolo, due generazioni.
Ben due
firme sul “Corriere della sera-Roma” per una notizia di cinque righe, F.Fia. e
Il.Sa. È vero che riguarda Bertolaso.
Ma riguarda una curiosa sentenza di un giudice di cui non diremo il nome, S.F.; il quale, non potendo giudicare Bertolaso
perché prescritto, però lo condanna: “Non si sono elementi per ipotizzare la
sussistenza di evidenti elementi in favore del proscioglimento nel merito, vi
sono numerosi e concordanti elementi di segno opposto”. Questo giudice è da tenere a mente, farà
carriera. Ma perché confidarsi a due cronisti invece di uno? Non è buon principio
mafioso.
Non c’è
dubbio che l’accordo Ue con la Turchia delega a Erdogan, a pagamento, i
“respingimenti” degli immigrati. L’unica soluzione che l’Europa ha trovato al
problema, alternativa all’accettazione
supina di chi arriva. Ma questo non si dice.
Il
Vaticano lo dice, ma senza eco. Nei giornali, nei tg, neppure alla Rai, che pure
non ci risparmia nulla del papa.
Renzi ha
resistito al piano Merkel per la Turchia sugli immigrati perché il Vaticano non
voleva. Leggendo “l’Unità” questo si capiva. Ma nessuno lo ha detto: collegare
la posizione del governo con quella del Vaticano. Lo stesso Renzi ha fatto
valere i suoi tre mesi di resistenza come uno dei tanti sgambetti dell’eterna
Germania-Italia. Il Vaticano, con tutto il papa Francesco, non paga più
politicamente?
Mario
Adinolfi si candida a sindaco di Roma e si esibisce nei caffè di quartiere con
sei cornetti, ripieni, accanto al cappuccino. Una prefigurazione?
Come
farsi fare la campagna gratis, ovvio – purché si parli di me. Ma perché a sindaco?
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