Un omaggio alla Torino
capitale ancora d’Italia, economica, tecnologica e culturale, nei primi venti-venticinque
anni della Repubblica. Dalle “tote” nubili che mandavano avanti l’amministrazione
delle aziende, fedeli fino alla morte, dai nomi familiari ora desueti: Ebe,
Virginia, Margherita, Eugenia, Maria Cristina, Emanuela. Ai potenti e sapienti:
il mondo della Fiat naturalmente, della Olivetti a Ivrea, a 50 km., del design industriale,
dei salesiani, della Einaudi, col corollario delle tante altre editrici
innovative, da Boringhieri all’Adelphi, dei primi cantautori, della prima
televisione, dopo avere tenuto a battesimo il cinema e il telefono, dove Eco, Vattimo
e Furio Colombo fanno le prime prove, da neolaureati subito dirigenti (Vattimo
ancora nemmeno laureato), e quello dell’università, molto fertile - e Cazzullo
limita il periscopio a palazzo Campana, a Lettere e Legge, senza il Politecnico.
Col comunismo virulento, in Fiat e fuori, e un anticomunismo altrettanto
virulento, di Edgardo Sogno – che Umberto Saba tanto ammirava - e troppi altri. In
una città che in vent’anni triplica la popolazione, fino ai due milioni. Molto
laica, ma anche molto cattolica, anzi in modo preminente – di Eco e ancora di
più di Vattimo, del cardinale Pellegrino, della Fondazione Agnelli.
Una dozzina di nomi
che hanno fatto la cultura dell’Italia nel secondo Novecento, che tutte operavano
a Torino negli anni 1950-1960, della maggior parte dei quali Cazzullo ha
raccolto e sintetizzato le vive testimonianza, amarcord molto godibili: Bobbio,
Benvenuto Terracini, Getto, Pareyson, Alessandro Passerin d’Entrèves, che Hannah
Arendt poneva a capo della Scienza politica dell’epoca, Tullio Regge, Abbagnano,
Pietro Chiodi, Vattimo. E di letterati che hanno lasciato un’impronta: Calvino
naturalmente, Magris, da antologia, con una serie di racconti vivacissimi, Eco,
Sanguineti, Ceronetti nato irrequieto, Citati, Arpino, il giramondo Fruttero. Nonché
Bocca, Pansa, Furio Colombo. E molti comprimari: Élemire Zolla, torinese resto
in esilio volontario, Raf Vallone, un Marco Pannella in servizio militare,
liberale. Un “annale” estremamente convincente – la migliore fonte documentale
è il brio della ricostruzione.
Aldo Cazzullo, I ragazzi di via Po, Oscar, pp. 296 €
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