I mercati hanno smesso di speculare contro l’euro,
i costi della speculazione semifallita contro il debito italiano ancora pesando.
Ma l’opinione è diffusa che la Germania cerca un ridimensionamento dell’euro:
un ritaglio dell’area euro a pochi selezionati paesi.
Il percorso non sarebbe stato posto
ufficialmente solo perché non si potrà in alcun caso lasciare fuori la Francia.
Che Berlino però ritiene a questo punto un peso, per l’incertezza politica e le
inadempienze economiche. Ma il consenso nei gruppi dirigenti tedeschi, poltici
e economici, compresi gli industriali e i sindacati, sarebbe pressoché unanime,
e senza vere obiezioni.
Dal punto di vista politico, una iniziativa sull’euro
(contro l’euro nel suo attuale assetto) sarebbe comunque imminente per arginare
la xenofobia. L’opinione nella Germania è ancora relativamente controllata, ma
l’alluvione della xenofobia in Austria è ritenuta contagiosa. Tale da superare
la prudenza che il tedesco si è imposto dopo la guerra – che comunque, a tre
generazioni dalla sconfitta, si è mostrata alle ultime regionali già diluita. .
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