martedì 31 maggio 2016

I riformatori bolliti

Si sono eletti a vestali della Costituzione, Zagrebelsky, De Siervo & co., vecchi democristiani,  gente di malafede spessa. Non sarebbe uno scandalo – se non forse per il sostegno sparato di “Repubblica”, che De Benedetti già con Scalfari ha voluto pilastro della ex sinistra di Base, la più ambigua e corrotta delle Dc. Ma con la ditta Zagrebelsky-De Siervo si accomunano riformatori di una vita, e questo sconcerta. Anche perché si schierano senza motivo – l’antirenzismo non è un motivo.
Che pensarne? Zagrebelsky, come ogni buon democristiano, riformatore non è mai stato. Era un giudice costituzionale di Scalfaro che ha molto demeritato. Per esempio in materia di fondazioni ex bancarie, le padrone del terzo settore, che ha impedito da giudice di depoliticizzare, dall’eredità democristiana e di sacrestia. Dei riformatori di una vita si può solo ipotizzarli ipnotizzati in vecchiaia, anziché dalla saggezza, dal protagonismo da talk-show, da intervista, da Padre Contestatore. Tutti si vogliono infatti presidenti della Repubblica in petto.
Si chiede il no per nessun motivo specifico: questo è il problema. Giusto per fare casino. È ineguagliabile, ma nel senso della gagliofferia, l’intervista robusta di Zagrebelsky a “Repubblica” l’altra settimana, il primo firmatario del no: due pagine senza un solo argomento, tutte furbizia. Senza, anche, una sola contestazione dell’intervistatore – l’ex direttore Mauro, non un pivello.

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