Come già col debito nel 2011, la crisi imposta
dalla Germania contro l’Italia, così ora con la crisi delle banche, che sempre
la Germania da sei mesi impone contro l’Italia. Con uno spiegamento di forze, e
una concentrazione dell’attacco, impressionanti. Una grande cosa - un “evento
epocale” - per l’Italia immensa. Ma non
se ne parla. Non nei giornali italiani. Che hanno cinquanta e cento pagine, al
giorno, ogni giorno, ma niente per questo – se non per rigirare la frittata: la
colpa è dell’Italia, etc. etc..
C’è in Italia una strana voglia di compiacere
la Germania. E non per le sue indubbie virtù, ma per la sua forza. Anche, anzi
soprattutto, quando la concentra contro l’Italia. Non nei commenti, che, curiosamente
anch’essi, latitano, i germanisti hanno le poveri bagnate?, ma sì nelle
corrispondenze, da Berlino, Francoforte, Bruxelles, nei reportages, rari, nelle
interviste, profuse – genere loffio, le intervista generalmente sono offerte e
non rubate, ma non è questo il problema.
Si leggono addirittura bizzarrie, tanta è la
voglia di compiacere. E nessuno mai (sì, qualcuno, ma in interventi sporadici,
di poche righe, annegate nelle lodi) che colga il momento storico, che pure sarebbe
il vero grande scopo di questi anni: che la Germania è ostile. Sì, è nemica.
Dire che la Germania non cura tanto i suoi
interessi quanto aggredisce, questa sarebbe la vera notizia. Non da poco. Se
anche l’Unione Europea è un campionato, la Germania di Merkel non gioca in
difesa, gioca in attacco. Meglio: Merkel ha trasformato l’Unione Europea in un
ring, fortemente truccato, nei guantoni, negli organizzatori e negli arbitri. Con
molti sottili megafoni, che infettano il pubblico.
Debolezza dei corrispondenti da Berlino, con le
loro fonti? Questo è possibile. Ignoranza degli inviati? Incapacità dei desk? No, i giornali oggi sono professionali: se non
il tedesco, molti sanno l’inglese. Sanno di economia. Leggono anche, capiscono –
in rete le informazioni su quest “egemonia” sono miriadi, più spesso argomentate,
fondate.
È un gioco politico? Nel 2011 si disse che i
giornali fecero campagna per la Germania contro l’Italia in odio a Berlusconi
che era al governo. È possibile, ma oggi gli stessi giornali sono per Renzi,
che tenta di non arrendersi a Merkel. È la cattiva coscienza dell’Italia,
quella che non ha fatto i compiti e i mercati, maestri inflessibili, puniscono?
Questo non è vero, e i mercati meglio di tutti lo sanno. Che non puniscono l’Italia
perché non fa i compiti, li fa, come e anche meglio degli altri, ma perché la Germania dice che non li ha
fatti, e questa è – sarà, prima o poi – la fine dell’euro e dell’Europa. Che
Angela Merkel persegue, lo dice anche.
Questa della cattiva coscienza è ragione
diffusa. Anche Napolitano nel 2011 se ne persuase. Ma lo è stata, Napolitano sa
di aver sbagliato, e comunque molti conteggi sono stati infine fatti e molti
hanno aperto gli occhi. I giornali no.
Perché i giornali evitano un tema di
giornalismo così enorme e appassionante? Sono del partito della crisi – l’Italia
non dev’esssere governata, non deve prosperare, etc.? Incomprensibile. Lavorano
per le banche d’affari che li informano – più crisi più profitti? È possibile. Sono
pagati? Speriamo di sì.
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