martedì 3 maggio 2016

I volenterosi esecutori di Angela Merkel

Come già col debito nel 2011, la crisi imposta dalla Germania contro l’Italia, così ora con la crisi delle banche, che sempre la Germania da sei mesi impone contro l’Italia. Con uno spiegamento di forze, e una concentrazione dell’attacco, impressionanti. Una grande cosa - un “evento epocale” -  per l’Italia immensa. Ma non se ne parla. Non nei giornali italiani. Che hanno cinquanta e cento pagine, al giorno, ogni giorno, ma niente per questo – se non per rigirare la frittata: la colpa è dell’Italia, etc. etc..
C’è in Italia una strana voglia di compiacere la Germania. E non per le sue indubbie virtù, ma per la sua forza. Anche, anzi soprattutto, quando la concentra contro l’Italia. Non nei commenti, che, curiosamente anch’essi, latitano, i germanisti hanno le poveri bagnate?, ma sì nelle corrispondenze, da Berlino, Francoforte, Bruxelles, nei reportages, rari, nelle interviste, profuse – genere loffio, le intervista generalmente sono offerte e non rubate, ma non è questo il problema.
Si leggono addirittura bizzarrie, tanta è la voglia di compiacere. E nessuno mai (sì, qualcuno, ma in interventi sporadici, di poche righe, annegate nelle lodi) che colga il momento storico, che pure sarebbe il vero grande scopo di questi anni: che la Germania è ostile. Sì, è nemica.
Dire che la Germania non cura tanto i suoi interessi quanto aggredisce, questa sarebbe la vera notizia. Non da poco. Se anche l’Unione Europea è un campionato, la Germania di Merkel non gioca in difesa, gioca in attacco. Meglio: Merkel ha trasformato l’Unione Europea in un ring, fortemente truccato, nei guantoni, negli organizzatori e negli arbitri. Con molti sottili megafoni, che infettano il pubblico.
Debolezza dei corrispondenti da Berlino, con le loro fonti? Questo è possibile. Ignoranza degli inviati? Incapacità dei desk?  No, i giornali oggi sono professionali: se non il tedesco, molti sanno l’inglese. Sanno di economia. Leggono anche, capiscono – in rete le informazioni su quest “egemonia” sono miriadi, più spesso argomentate, fondate.
È un gioco politico? Nel 2011 si disse che i giornali fecero campagna per la Germania contro l’Italia in odio a Berlusconi che era al governo. È possibile, ma oggi gli stessi giornali sono per Renzi, che tenta di non arrendersi a Merkel. È la cattiva coscienza dell’Italia, quella che non ha fatto i compiti e i mercati, maestri inflessibili, puniscono? Questo non è vero, e i mercati meglio di tutti lo sanno. Che non puniscono l’Italia perché non fa i compiti, li fa, come e anche meglio degli altri,  ma perché la Germania dice che non li ha fatti, e questa è – sarà, prima o poi – la fine dell’euro e dell’Europa. Che Angela Merkel persegue, lo dice anche.
Questa della cattiva coscienza è ragione diffusa. Anche Napolitano nel 2011 se ne persuase. Ma lo è stata, Napolitano sa di aver sbagliato, e comunque molti conteggi sono stati infine fatti e molti hanno aperto gli occhi. I giornali no.
Perché i giornali evitano un tema di giornalismo così enorme e appassionante? Sono del partito della crisi – l’Italia non dev’esssere governata, non deve prosperare, etc.? Incomprensibile. Lavorano per le banche d’affari che li informano – più crisi più profitti? È possibile. Sono pagati? Speriamo di sì.

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