domenica 8 maggio 2016

Il banchiere che promuove l’industria

Draghi avrà realizzato quello che tutti i governatori della Banca d’Italia prima di lui, Carli, Baffi, Ciampi e o stesso Fazio, hanno predicato – per non dire Menichella, grande artefice della ricostruzione postbellica: una politica monetaria al servizio dell’economia. Della produzione. Del lavoro. Del reddito. Non, o prima che, delle banche. È questo il fondo del suo dissidio oggi col governo tedesco.
Le Germania è fuori dal ciclo europeo. Ha – ha innescato con la liberalizzazione del lavoro e le esportazioni – da almeno tre anni la ripresa. Ha un ciclo suo proprio, abbastanza indipendente dal ciclo europeo, che invece ristagna. E critica la Bce dei tassi negativi (in realtà non sono negativi, sono azzerati, e in termini reali ancora positivi) perché riduce i rendimenti delle banche. Ma la Bce si è assunta il compito, oltre che di stabilizzare le banche e l’euro, di favorire la ripresa – che invece, si può aggiungere, Berlino contrasta, con le politiche di rigore fiscale e col dumping sociale all’export.

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