Il matrimonio è
amicizia. Anche nel rapporto sessuale. Sembra un’anticipazione dell’esortazione
di papa Francesco “Amoris laetitia”, che fonda il matrimonio sull’intesa anche
corporale. Sant’Agostino si converte al celibato tardi, ai trentun’anni
compiuti. Poi, per altri quarant’anni, vescovo in Africa, dovrà gestire molte
situazioni amorose di chierici e monache. Ma senza sconfessare la pulsione
erotica, che qui si limita a leggere e regolamentare con una lettura
appropriata dei sacri testi. Reinterpretando la sua personale vicenda. Dai 18
ai quasi 32 anni ha intrattenuto una compagna di letto, se non di vita – dalla
quale ha anche avuto un figlio. La compagna viene licenziata ancora prima della
conversione quando la santa madre Monica di Agostino, funzionario imperiale - professore
di retorica - a Milano, decide che il figlio deve convertirsi e anche sposarsi,
con una ragazza giovane di buona famiglia ambrosiana, per fare carriera. Le
cose andarono diversamente. La compagna di tredici anni se ne tornò a
Cartagine, ma Agostino non si sposò. Si convertì scegliendo la vita da
religioso. Senza però sconfessare l’impulso erotico. I sacri testi accordando
all’evidenza della procreazione.
Ci vorranno molti
secoli prima che il matrimonio venga riabilitato - ammesso che l’esortazione
del papa Francesco faccia testo. In questa guida ai suoi fedeli sant’Agostino
ribalta la condanna, anche se senza esito: la chiesa si è attestata sui padri,
Girolamo, Ambrogio, Gregorio di Nissa, Giovanni Cristostomo, che leggono la
caduta come una fuoriuscita dallo stato “angelico”: il matrimonio, e fin la
procreazione, era estraneo al progetto originario. Assurdo. Sant’Agostino non
lo dice ma è l’evidenza della sua argomentazione, fin dalle prime righe. Senza vis polemica, controversistica, come un
dato di fatto. La venuta del Cristo e i sermoni sulla verginità non cambiano la
storia: il matrimonio non è un’istituzione sorpassata né da condannar e.
Altrove - nel
voluminoso “La lettura della Genesi”, che inizia nello stesso anno in cui invia
questa istruzione “De bono conjugali”, 401, e termina nel 414 - sosterrà in
punta di dottrina che Eva non ha usato la seduzione sessuale per trascinare Adamo
a mangiare il frutto proibito: lui l’ha mangiato con lei amicali benevolentia, per amicizia, così come soleva condividere
con lei tutti i momenti e tutte le esperienze. Dopo aver risolto senza problemi
il quesito perché maschio e femmina, perché il sesso, nel paradiso: perché
accoppiandosi riempissero di figli il paradiso stesso. Una constatazione più
che una spiegazione – la procreazione resta il fatto più misterioso della creazione.
Qui accetta la sessualità anche non legata alla procreazione: al § 16, dove
condanna il concubinaggio, assolve le spose che abbiano commesso “qualche
eccesso con i loro mariti”.
Sant’Agostino, Le bonheur conjugal, Rivages poche, pp.
121 € 7
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