Eugenio Colorni – Si moltiplicano i riferimenti
al Manifesto Europeo di Ventotene, forse per la bassa fortuna oggi dell’dea di
Europa unita, ma limitandone la paternità a Spinelli e Ernesto Rossi, omettendo
Colorni. Che invece ne fu parte, per più aspetti anche determinante.
Filosofo
e militate politico, socialista, Colorni era stato confinato a Ventotene, dove
rimase dal gennaio 1939 all’ottobre 1941. Quando, per l’intervento di Gentile,
ottenne di tramutare il confino a Melfi. Nell’isola pontina ebbe compagni di
confino Manlio Rossi Doria, Altiero Spinelli e Ernesto Rossi. Le discussioni
politiche con i quali ricorderà nei postumi “Dialoghi di Commodo”, scritti
insieme con Spinelli – che alla morte di Colorni ne sposerà la vedova, Ursula
Hirschmann, anch’essa accreditata coautrice del “Manifesto”. Con Rossi e Spinelli,
Colorni maturò l’adesione al federalismo europeo. E con loro discusse quello
che sarà il “Manifesto di Ventotene”, la pietra di fondazione dell’Unione
Europea, redatto nel 1941, da lui stesso pubblicato a Roma. Dove riuscirà a
passare, in clandestinità, protetto dall’embrione di Resistenza, ancora prima
della caduta del fascismo, il 6 maggio 1943.
A
Roma Colorni fu uno degli organizzatori della Resistenza, col Partito Socialista
di Unità Proletaria, Psiup, che creò fondendo il partito Socialista col movimento
giovanile Movimento di Unità Proletaria, A fine agosto 1943 era a Milano, dove
il 27-28 agosto fu tra i promotori di una nuova formazione, il Movimento
Federalista Europeo. Dopo l’8 settembre tornò a Roma, nella direzione del
Psiup, e fu attivissimo nella Resistenza, con la ricostruzione della
Federazione Giovanile Socialista e la creazione della Brigata Matteotti. Sarà
medaglia d’oro al valor militare, alla memoria. Il 28 maggio, poco prima della
liberazione della capitale, fu infatti fermato casualmente, sotto le generalità
di Franco Tanzi, da militi fascisti della brigata Koch. Tentò di fuggire, ma
nell’inseguimento restò ferito e dopo due giorni mori, all’ospedale di San
Giovanni, sempre sotto false generalità.
Il
“Manifesto di Ventotene” Colorni aveva intanto diffuso a Roma, ciclostilato e a
stampa, clandestinamente. Articolato all’origine in quattro capitoli, Colorni
nel 1944 ne curò la redazione nei tre canonici: “La crisi della civiltà moderna”,
“Compiti del dopoguerra. L’unità europea”, “Compiti del dopoguerra. La riforma
della società”.
Si cancella Colorni perché era socialista? È probabile, storia e informazione sono sempre nel compromesso storico.
Destra-sinistra - L’indistinzione nei settori
dell’informazione e della politica è clamorosa in campo giudiziario: molti giudici
di estrema sinistra potrebbero essere di estrema destra – sono culturalmente di
estrema destra ma hanno scelto di militare a sinistra. E viceversa. Il giudice Piergiorgio Morosini, quello del
baraccone Stato-Mafia, con trasferte scenografiche e testimoni d’accusa mafiosi
in spe, ha attaccato Renzi, dopo Napolitano. Poi ha detto che non lo ha attaccato.
Cioè non lo ha carcerato – “attaccare”
in siciliano è carcerare? Non ha detto: “Renzi fa fermato”, come ha sintetizzato
il “Foglio”, ma lo ha detto, con una frase più lunga. Da sinistra, dice lui:
Morosini è approdato al Csm, dove può anche stare in piazza tutto il giorno, non
ha l’obbligo della firma, per conto della “corrente” sindacale di Area, di sinistra
estrema, dopo essere stato segretario di Magistratura Democratica.
Caselli,
sinistra classica, ex Pci puro e duro, difende non richiesto Davigo destra dichiarata e anzi fascista, para, quella
di Fini e Bongiorno per intendersi, con Liana Milella di “Repubblica”:
“Piercamillo Davigo ha voluto dire che la questione morale non è un reperto
archeologico”. Mentre Davigo ha detto ben altro, non si nasconde – Caselli lo difende
al suo solito debolmente, ma questo è caratteriale. .
Fa male
al Pd da qualche tempo la “giustizia politica”. Che era all’origine di destra,
in tutta la storia della Prima Repubblica fino a Di Pietro e Davigo, ma si era
persa per strada. E a questo punto è giustizia tout court – vedete che siamo
equanimi.
La
giustizia politica fa male adesso anche ai 5 Stelle, ma per loro è costitutivo –
non hanno altro dna.
Islam – Compra molto,. Di tutto, anche
le squadre di calcio, e più spesso nella cosiddetta “eccellenza”, ma non
investe. L’eccellenza intendendo come un dato di fatto, e non un’attività, un’idea
vincente, un programma. Non nell’industria – tecnologia, lavoro, reddito. Non
nella ricerca, scientifica o anche applicata: zero totale, se si eccettua il nucleare
a fini militari. Ma anche qui compra più che investire, e ancora limitatamente a
due o tre paesi, Pakistan, Iran. Più in generale, è da cinque secoli che non
investe. Dopo aver primeggiato nelle scienze, se non nella tecnologia, specie
nel calcolo, algebra, astronomia, e nella medicina. Poi più nulla. Perché aveva
esaurito la riserva preislamica, persiana greca, latina?.
Di
fronte ai muri si ergono difensori cristiani dell’islam – Franco Cardini non è
solo. È privilegio della cristianità, se non dell’Occidente, la pace nell’eguaglianza,
si argomenta. Un po’ come per il pacifismo, come essere contro? Passando sopra
il fatto, vecchio di più strati e secoli, che sono due mondi irriducibili. Uno
attivo, se non costruttivo, l’altro compradore, da secoli. Uno egualitario, l’altro
molto selettivo, per genere e per fortuna – è vecchia cognizione che l’islam
non ha nemmeno la parola per repubblica, e per libertà. E anche nella
decadenza, che i due mondi sperimentano da un mezzo secolo: quello cristiano-occidentale
si distingue per dibattersi, per tentare nuove soluzioni, quello islamico si
adagia nella sharia.
Nazismo – Ci ha salvati
Hitler,
da se stesso? Se il suo armamentario ideologico è ben ancora in vita. Si pensi
la vita sotto Hitler e Mussolini, che nel 1941 controllavano l’Europa, tra
sabati fascisti, adunate e delatori. Con l’atomica nazista. E i capi
caseggiato. Con Ciano e le barzellette, e i balilla. Sempre richiamati per una
guerra. E con Stalin, il passo dell’oca, i pionieri, denunciando i padri.
Sempre in divisa. Mentre siamo diventati ricchi e vivremo prevedibilmente in
pace, nessuno ha mai vissuto una vita senza guerra.
Se
Hitler non avesse attaccato l’Urss e sterminato gli ebrei avrebbe vinto - l’odio
è suicida: Hitler avrebbe rafforzato l’antisemitismo se solo avesse espulso gli
ebrei. L storia non si fa con i se, ma questo è: l’abbiamo scampata per un
errore, due.
Nuovi proletari – Sono i digitali,
i riconvertiti e i nativi: gli esperti informatici. Non sono i nuovi poveri,
perché in qualche modo se la cavano, e comunque non se ne curano, vince la
passione, ma sono i non garantiti, in nessuna forma.
La
rivoluzione informatica ha prodotto pochi ricchissimi, oltre ogni esperienza
storica, quelli che accumulano montagne in poche settimane o mesi. E masse sterminate
di precari: i manovali dell’elettronica. In Italia sono almeno mezzo milione
secondo l’Istat gli occupati nel settore Ict, 558 mila. Tutti istruiti, sempre
online, week-end e vacanze comprese, pagati poco e occasionalmente. Aris Accornero,
il sociologo del lavoro, ha cambiato la tipologia del precario borderline della
disoccupazione: da laureata meridionale, nubile, etc., all’informatico,
giovane, poliglotta e con plurime specializzazioni: “La vera anomalia italiana
è la concentrazione dei lavori precari tra i giovani, più istruiti”.
astolfo@antiit.eu
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