venerdì 13 maggio 2016

Il mondo com'è (261)

astolfo

Eugenio Colorni – Si moltiplicano i riferimenti al Manifesto Europeo di Ventotene, forse per la bassa fortuna oggi dell’dea di Europa unita, ma limitandone la paternità a Spinelli e Ernesto Rossi, omettendo Colorni. Che invece ne fu parte, per più aspetti anche determinante.
Filosofo e militate politico, socialista, Colorni era stato confinato a Ventotene, dove rimase dal gennaio 1939 all’ottobre 1941. Quando, per l’intervento di Gentile, ottenne di tramutare il confino a Melfi. Nell’isola pontina ebbe compagni di confino Manlio Rossi Doria, Altiero Spinelli e Ernesto Rossi. Le discussioni politiche con i quali ricorderà nei postumi “Dialoghi di Commodo”, scritti insieme con Spinelli – che alla morte di Colorni ne sposerà la vedova, Ursula Hirschmann, anch’essa accreditata coautrice del “Manifesto”. Con Rossi e Spinelli, Colorni maturò l’adesione al federalismo europeo. E con loro discusse quello che sarà il “Manifesto di Ventotene”, la pietra di fondazione dell’Unione Europea, redatto nel 1941, da lui stesso pubblicato a Roma. Dove riuscirà a passare, in clandestinità, protetto dall’embrione di Resistenza, ancora prima della caduta del fascismo, il 6 maggio 1943.
A Roma Colorni fu uno degli organizzatori della Resistenza, col Partito Socialista di Unità Proletaria, Psiup, che creò fondendo il partito Socialista col movimento giovanile Movimento di Unità Proletaria, A fine agosto 1943 era a Milano, dove il 27-28 agosto fu tra i promotori di una nuova formazione, il Movimento Federalista Europeo. Dopo l’8 settembre tornò a Roma, nella direzione del Psiup, e fu attivissimo nella Resistenza, con la ricostruzione della Federazione Giovanile Socialista e la creazione della Brigata Matteotti. Sarà medaglia d’oro al valor militare, alla memoria. Il 28 maggio, poco prima della liberazione della capitale, fu infatti fermato casualmente, sotto le generalità di Franco Tanzi, da militi fascisti della brigata Koch. Tentò di fuggire, ma nell’inseguimento restò ferito e dopo due giorni mori, all’ospedale di San Giovanni, sempre sotto false generalità.
Il “Manifesto di Ventotene” Colorni aveva intanto diffuso a Roma, ciclostilato e a stampa, clandestinamente. Articolato all’origine in quattro capitoli, Colorni nel 1944 ne curò la redazione nei tre canonici: “La crisi della civiltà moderna”, “Compiti del dopoguerra. L’unità europea”, “Compiti del dopoguerra. La riforma della società”.
Si cancella Colorni perché era socialista? È probabile, storia e informazione sono sempre nel compromesso storico.

Destra-sinistra - L’indistinzione nei settori dell’informazione e della politica è clamorosa in campo giudiziario: molti giudici di estrema sinistra potrebbero essere di estrema destra – sono culturalmente di estrema destra ma hanno scelto di militare a sinistra. E viceversa.  Il giudice Piergiorgio Morosini, quello del baraccone Stato-Mafia, con trasferte scenografiche e testimoni d’accusa mafiosi in spe, ha attaccato Renzi, dopo Napolitano. Poi ha detto che non lo ha attaccato.  Cioè non lo ha carcerato – “attaccare” in siciliano è carcerare? Non ha detto: “Renzi fa fermato”, come ha sintetizzato il “Foglio”, ma lo ha detto, con una frase più lunga. Da sinistra, dice lui: Morosini è approdato al Csm, dove può anche stare in piazza tutto il giorno, non ha l’obbligo della firma, per conto della “corrente” sindacale di Area, di sinistra estrema, dopo essere stato segretario di Magistratura Democratica.

Caselli, sinistra classica, ex Pci puro e duro, difende non richiesto Davigo  destra dichiarata e anzi fascista, para, quella di Fini e Bongiorno per intendersi, con Liana Milella di “Repubblica”: “Piercamillo Davigo ha voluto dire che la questione morale non è un reperto archeologico”. Mentre Davigo ha detto ben altro, non si nasconde – Caselli lo difende al suo solito debolmente, ma questo è caratteriale. .
                                          
Fa male al Pd da qualche tempo la “giustizia politica”. Che era all’origine di destra, in tutta la storia della Prima Repubblica fino a Di Pietro e Davigo, ma si era persa per strada. E a questo punto è giustizia tout court – vedete che siamo equanimi.
La giustizia politica fa male adesso anche ai 5 Stelle, ma per loro è costitutivo – non hanno altro dna.

Islam – Compra molto,. Di tutto, anche le squadre di calcio, e più spesso nella cosiddetta “eccellenza”, ma non investe. L’eccellenza intendendo come un dato di fatto, e non un’attività, un’idea vincente, un programma. Non nell’industria – tecnologia, lavoro, reddito. Non nella ricerca, scientifica o anche applicata: zero totale, se si eccettua il nucleare a fini militari. Ma anche qui compra più che investire, e ancora limitatamente a due o tre paesi, Pakistan, Iran. Più in generale, è da cinque secoli che non investe. Dopo aver primeggiato nelle scienze, se non nella tecnologia, specie nel calcolo, algebra, astronomia, e nella medicina. Poi più nulla. Perché aveva esaurito la riserva preislamica, persiana greca, latina?.

Di fronte ai muri si ergono difensori cristiani dell’islam – Franco Cardini non è solo. È privilegio della cristianità, se non dell’Occidente, la pace nell’eguaglianza, si argomenta. Un po’ come per il pacifismo, come essere contro? Passando sopra il fatto, vecchio di più strati e secoli, che sono due mondi irriducibili. Uno attivo, se non costruttivo, l’altro compradore, da secoli. Uno egualitario, l’altro molto selettivo, per genere e per fortuna – è vecchia cognizione che l’islam non ha nemmeno la parola per repubblica, e per libertà. E anche nella decadenza, che i due mondi sperimentano da un mezzo secolo: quello cristiano-occidentale si distingue per dibattersi, per tentare nuove soluzioni, quello islamico si adagia nella sharia.

Nazismo – Ci ha salvati Hitler, da se stesso? Se il suo armamentario ideologico è ben ancora in vita. Si pensi la vita sotto Hitler e Mussolini, che nel 1941 controllavano l’Europa, tra sabati fascisti, adunate e delatori. Con l’atomica nazista. E i capi caseggiato. Con Ciano e le barzellette, e i balilla. Sempre richiamati per una guerra. E con Stalin, il passo dell’oca, i pionieri, denunciando i padri. Sempre in divisa. Mentre siamo diventati ricchi e vivremo prevedibilmente in pace, nessuno ha mai vissuto una vita senza guerra.
Se Hitler non avesse attaccato l’Urss e sterminato gli ebrei avrebbe vinto - l’odio è suicida: Hitler avrebbe rafforzato l’antisemitismo se solo avesse espulso gli ebrei. L storia non si fa con i se, ma questo è: l’abbiamo scampata per un errore, due.

Nuovi proletari – Sono i digitali, i riconvertiti e i nativi: gli esperti informatici. Non sono i nuovi poveri, perché in qualche modo se la cavano, e comunque non se ne curano, vince la passione, ma sono i non garantiti, in nessuna forma.
La rivoluzione informatica ha prodotto pochi ricchissimi, oltre ogni esperienza storica, quelli che accumulano montagne in poche settimane o mesi. E masse sterminate di precari: i manovali dell’elettronica. In Italia sono almeno mezzo milione secondo l’Istat gli occupati nel settore Ict, 558 mila. Tutti istruiti, sempre online, week-end e vacanze comprese, pagati poco e occasionalmente. Aris Accornero, il sociologo del lavoro, ha cambiato la tipologia del precario borderline della disoccupazione: da laureata meridionale, nubile, etc., all’informatico, giovane, poliglotta e con plurime specializzazioni: “La vera anomalia italiana è la concentrazione dei lavori precari tra i giovani, più istruiti”.

astolfo@antiit.eu

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