Non ci sono più profughi e migranti oggi di
quanti ce ne fossero negli anni passati. È solo cresciuto – “esploso” è la
parola giusta – l’attraversamento del Mediterraneo, dal 2014 in poi. Su mezzi
di fortuna, con un numero conseguentemente elevato di morti, vicino ai duemila
nel 2014 e ai quattromila nel 2015.
L’emigrazione è robusta ma non una novità né
un’eccezione. L’Atlante Onu della popolazione quantifica nel 2015 i nati
all’estero nei vari paesi in 244 milioni. Il 3,3 per cento della popolazione mondiale,
7,35 miliardi. Con una crescita di circa il 10 per cento rispetto al 2010, da
222 a 244 milioni – ma appena dal 3,2 al 3,3 della popolazione mondiale. La
crescita è stata minore nel quinquennio, del 6 per cento, nei paesi Ocse, o “sviluppati”.
Che nel 2015 ne contavano 141 milioni. Molto maggiore è stata invece nei paesi “in
via di sviluppo”, del 16 per cento, per un totale nel 2015 di 103 milioni.
Il fenomeno è più percepito nei paesi ricchi
perché la popolazione immigrata cresce in rapporto al totale, per effetto della
denatalità. La popolazione totale in questi paesi è rimasta quasi inalterata,
era di 1,23 miliardi, è di 1,25. Gli immigrati quindi nel quinquennio passano
dal 10,7 all’11,2 per cento della popolazione totale. Nei paesi in via di
sviluppo, invece, pur crescendo sensibilmente, l’incidenza degli immigrati è minima,
l’1,7 per cento, lo stock demografico essendo molto più elevato e in crescita,
da 5,7 a 6,1 miliardi.
In Europa l’incidenza media dell’immigrazione
sulla popolazione è sull’11 per cento. Cioè elevata. Ma questo per effetto della
denatalità: la popolazione europea è da tempo stabilizzata, sui 550 milioni –
Russia e Ucraina escluse. Ma la nuova immigrazione nel quinquennio è stata solo
di quattro milioni, da 56 a 60.
Ieri il presidente Mattarella ha scoperto – e
con lui i giornali – che il Libano ospita più sfollati siriani che l’Europa
intera. Cosa che tutti sanno, chi conosce ancora un po’ di geografia, ma
rimuovono, per appendersi al “dibbattito” del giorno. Che è appunto
l’immigrazione come assedio, invasione, orrore. Le cifre danno la misura dell’indigenza
dell’Europa più di quanto il presidente abbia potuto dire ieri.
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