sabato 14 maggio 2016

Il percepito degli immigrati

Non ci sono più profughi e migranti oggi di quanti ce ne fossero negli anni passati. È solo cresciuto – “esploso” è la parola giusta – l’attraversamento del Mediterraneo, dal 2014 in poi. Su mezzi di fortuna, con un numero conseguentemente elevato di morti, vicino ai duemila nel 2014 e ai quattromila nel 2015.
L’emigrazione è robusta ma non una novità né un’eccezione. L’Atlante Onu della popolazione quantifica nel 2015 i nati all’estero nei vari paesi in 244 milioni. Il 3,3 per cento della popolazione mondiale, 7,35 miliardi. Con una crescita di circa il 10 per cento rispetto al 2010, da 222 a 244 milioni – ma appena dal 3,2 al 3,3 della popolazione mondiale. La crescita è stata minore nel quinquennio, del 6 per cento, nei paesi Ocse, o “sviluppati”. Che nel 2015 ne contavano 141 milioni. Molto maggiore è stata invece nei paesi “in via di sviluppo”, del 16 per cento, per un totale nel 2015 di 103 milioni.
Il fenomeno è più percepito nei paesi ricchi perché la popolazione immigrata cresce in rapporto al totale, per effetto della denatalità. La popolazione totale in questi paesi è rimasta quasi inalterata, era di 1,23 miliardi, è di 1,25. Gli immigrati quindi nel quinquennio passano dal 10,7 all’11,2 per cento della popolazione totale. Nei paesi in via di sviluppo, invece, pur crescendo sensibilmente, l’incidenza degli immigrati è minima, l’1,7 per cento, lo stock demografico essendo molto più elevato e in crescita, da 5,7 a 6,1 miliardi.
In Europa l’incidenza media dell’immigrazione sulla popolazione è sull’11 per cento. Cioè elevata. Ma questo per effetto della denatalità: la popolazione europea è da tempo stabilizzata, sui 550 milioni – Russia e Ucraina escluse. Ma la nuova immigrazione nel quinquennio è stata solo di quattro milioni, da 56 a 60.
Ieri il presidente Mattarella ha scoperto – e con lui i giornali – che il Libano ospita più sfollati siriani che l’Europa intera. Cosa che tutti sanno, chi conosce ancora un po’ di geografia, ma rimuovono, per appendersi al “dibbattito” del giorno. Che è appunto l’immigrazione come assedio, invasione, orrore. Le cifre danno la misura dell’indigenza dell’Europa più di quanto il presidente abbia potuto dire ieri.

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