Si apre a Trani il dossier della speculazione che Deutsche
Bank operò nel 2011 contro i Btp. È un primo passo, l’accertamento della
decisione di vendere tutti i titoli italiani
nel primo semestre del 2011. Altri, più importanti, dovranno seguire. Non sarà
facile se ci sono voluti cinque anni per far emergere questo, che è solo
evidente – e presso una Procura estremamente periferica.
La vendita, come documentava due anni e mezzo fa “Gentile
Germania”, è stata un attacco speculativo contro il debito italiano. Per quattro
evidenze: 1) benché massiccia, sette miliardi, si fece scaglionata da febbraio
a giugno, per non deprimere la quotazione; 2) a vendita effettuata se ne diede indiscrezione
al “Financial Times”, avviando l’ondata generalizzata di vendite da parte degli
altri operatori 3) prima dell’indiscrezione all’“FT” Deutsche Bank ha
ricomprato i Btp a termine; 4) in parallelo l’ufficio studi di Deutsche Bank mobilitava
l’opinione contro il debito italiano, con analisi allarmistiche e le critiche
reiterate dell’Ifo di Monaco, l’istituto per la congiuntura (del suo
presidente, premio Ehrard per l’Economia, Hans Werner Sinn), della Bundesbank
del neo-presidente Jens Weidmann, del ministro del Tesoro Schaüble, e perfino
della cancelleria.
Angela Merkel telefonò almeno due volte a Napolitano, e lo
fece sapere. La nomina di Weidmann è stata improvvisa, l’1 maggio 2011, forse
perché il predecessore Axel Weber non fu disponibile a speculare contro l’euro,
come aveva già manifestato nella crisi greca. Il presidente della Banca
centrale europea, Trichet, ha in più occasioni ammesso indirettamente di essere
stato tratto in inganno, con la lettera dell’agosto in cui mise in mora l’Italia,
avviando la seconda grave crisi dell’euro, quella del debito. Numerosi
documenti erano reperibili in inglese sul sito Deutsche Bank all’epoca contro l’Italia,
che ora sembrano scomparsi.
In argomento v. Giuseppe Leuzzi, Gentile Germania,”, Robin,
pp. 400 € 15 - “§ 4. La colpa è dell’Italia”, alle pp. 71-96, e
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