Divagazioni sulla seduzione, un gioco che a
Walser piaceva molto, del 1926, cui il suo compagno di passeggiate e mentore
Carl Seelig diede il titolo “Diario (sulle donne)”, rimaste inedite e recuperate
da Sebald. Le donne lo lusingavano, sia pure per uno sguardo fugace nelle
passeggiate o al caffè, la civetteria lo seduceva, inducendolo a riflessioni
amabili e scorrevoli. Parte di una sorta di romanzo selfie, si direbbe oggi, che è la sua narrativa – da lui sintetizzata
in “«libro dell’Io» a più frasi o frammenti”.
Elaborate come appunti istantanei, o micrografie,
brevi note su foglietti volanti. Castigate, per lo più immaginarie, e tuttavia
di sottile effetto erotico. Forse perché ordinarie – ci si innamora pure della
kellerina, di un vago profilo, di un sorriso che forse non c’è stato.
Robert Walser, Sulle donne, Adelphi, pp.70 € 10
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