Camilleri al meglio,
narratore impenitente, di sorprese sempre piacevoli. Di persone conosciute e
fatti vissuti, scelti o presentati con bonarietà. In una dimensione “più” vera,
da testimone vivente, oltre che simpatetico. Tabucchi per qualche motivo irraggiungibile.
Pasolini intrattabile, ideologo e poeta quasi disumano. Arthur Adamov, depresso
cronico, che a Roma invece si entusiasma.
Salvo Randone, il siciliano geniale e cupo, capriccioso. Le bizze del
capitano in congedo Gadda, e di Stefano D’Arrigo, lo scrittore di “Horcynus
Orca”. Un ricordo affettuoso di Livio Garzanti – l’unico? E, forse, la “verità”
di Primo Levi.
Con qualche traccia
di robusta antropologia. Semplice: la vita sotto i bombardamenti. Complesaa:
gli sdoppiamenti del cantastorie Minicu (due teste, due nature..) - il due in
uno di Nietzsche e della dialettica.
Impagabile il
richiamo alla necessità della dizione, tanto più oggi che si recita alla tv, e
anche sullo schermo, da parte dei doppiatori, “come nella vita”, con suoni cioè
incomprensibili o insensati, soprattutto le belle ragazze che si promuovono attrici.
Andrea Camilleri, Certi momenti, Chiarerelettere, pp. 163
€ 15
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