Senza discutere, senza nemmeno annunziarle, e
forse nemmeno notificarle, le potenze europee hanno rinnovato a Bruxelles le
sanzioni contro la Siria. Varate nel 2011 su insistenza saudita e americana per
indebolire il regime di Assad. Poi rinnovate, sempre tacitamente, nel 2014. .
Colpiscono gli attivi finanziari in valuta della banca centrale e di tutte le
compagnie di export, anche private. E le esportazioni di petrolio.
Il secondo rinnovo non è passato inosservato perché
il clero cristiano, di tutte le confessioni, aveva ammonito a non rinnovarle, e
poi ha protestato. A nessun fine. L’argomento delle gerarchie cristiane è: “Le
sanzioni danneggiano solo la piccola gente”, per le merci che vengono rese rare
e quindi fatte pagare care.
Una seconda critica si potrebbe fare per un
rinnovo delle sanzioni giocato male nello scacchiere diplomatico, ora che per
la Siria si preannuncia, a fronte della minaccia terroristica, un accordo col
regime piuttosto che la sua evizione. L’Europa aveva l’occasione per entrare
nel gioco mediorientale ma ha dato partita vinta.
Questo non è un modo di dire: è noto che le
sanzioni sono solo un favore agli intermediari o affaristi, al ramo
parassitario del mercato. Una dottrina vasta e acquisita sa che le sanzioni
economiche servono solo al contrabbando: non isolano il Paese sotto pressione
ma lo espongono al ricatto dei trafficanti, esterni e interni. Si veda la Siria.
Le sanzioni bloccano l’export del petrolio
siriano, hanno argomentato i vescovi, mentre nelle zone siriane controllate
dall’Is il petrolio viene venduto tramite la Turchia. Viene venduto di
contrabbando, risponde Bruxelles, a un prezzo. Ma è questo il punto: lo stesso prezzo
che la Siria deve pagare ai volenterosi intermediari del suo greggio, in virtù
delle sanzioni. Non c’è molta logica a Bruxelles, a meno di non dire l’Europa
una Unione di contrabbandieri.
Si può anche ipotizzare che Bruxelles ha
rinnovato le sanzioni per anticlericalismo, in odio alle chiese. Ma è allora un
laicismo abietto – si direbbe stupido ma è dannoso.
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