Ma, sia pure con la disattenzione italiana,
della “classe politica”, italiana di stampo confessionale, l’Unione Europea è
ben democristiana: è nata su impulso di tre grandi cristiano-democratici, Adenauer,
De Gasperi e Schumann, Jean Monnet compreso, artefice del “piano Schumann”, con
un deciso supporto eurovaticano, e ha sempre avuto a protagonisti i grandi
politici di quell’area più che i socialisti o i liberali. L’impatto dei
liberali e dei socialisti, a parte Delors, sulla vita comunitaria è stato
minimo, e quasi solo d’opinione, Spinelli incluso – quello del
radicalsocialista Mendès-France anzi negativo, su un fatto, la difesa comune, che
avrebbe creato l’Unione già mezzo secolo fa.
Non è stata uno spettacolo fuori norma l’altra
settimana l’Unione Europea assemblata in Vaticano attorno al papa. L’Europa rinnega
le sue radici cristiane, sia nel progetto di Costituzione sia nelle varie
prolegomeni di principio alle sue politiche. Ma questa Europa, l’Unione
Europea, è figlia della Democrazia Cristiana, dei governi che presero il
continente dopo la guerra – e ancora, in nome proprio o mutuato da comprimari, per
esempio in Italia, la gestiscono.
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