martedì 3 maggio 2016

Piccola Europa Grande Germania

Eurocrash, o Europacrash, i mercati non hanno dubbi: la Germania vuole rompere gli assetti. Un’altra offensiva di cui l’Italia sarà una delle prime e maggiori vittime. Anzi, quasi mirata sull’Italia. Ma Milano non è  sola, il problema non è la Popolare Vicenza.
Il ragionamento è semplice, alla base della reazione dei mercati: Come già col debito, nel 2011, così ora con le banche: la Germania vuole l’Italia in crisi. E non per astratte regole europee, che essa è anzi la prima a infrangere. Ma per la sua forza: politica, da qualche tempo anche economica, dopo la lunga crisi a cavaliere del millennio e fino al 2006, e di opinione, che il governo ha cura di mobilitare.
A che fine ai mercati interessa poco. Agiscono sull’evidenza, e l’evidenza dice che la Germania vuole una sua piccola Europa, una Grande Germania. Si esclude anzi l’Italia come obiettivo diretto di Berlino, se non come esponente di una Europa recalcitrante.
È una offensiva non mascherata, nelle analisi delle maggiori banche. Che i governi Merkel portano avanti con i propri ministri, i leader dei partiti di governo, la Bundesbank, la Deutsche Bank, che col governo federale condivide molte leve, gli economisti della Bundesbank e della Deutsche Bank, e gli apparati d’informazione, del cancellierato, della Bundesbank, del ministro delle Finanze. E con gli organismi di Bruxelles e Francoforte di cui Berlino ha il controllo diretto, e molto anche indiretto.
È il disegno che Berlino chiama “egemonia”, sul quale si regolano i mercati. Che i governi Merkel hanno perseguito con costanza, e sono riusciti a imporre 

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