martedì 7 giugno 2016

C’era Zavattini dietro Scerbanenco

C’è uno Scerbanenco anche per ragazzi. In giallo, la sua vena migliore. A ritmo da fogliettone, poco serrato – il “romanzo” doveva coprire ogni settimana due pagine del settimanale “Novellino”, 1935. Una  spy-story stiracchiata di servizi segreti, confraternite mistiche e polizie inette. In un’Europa di cartone. Ma è quello che sarà il canone del “Codice Da Vinci”, le prolissità comprese.
Una chicca. Con una nota filologica di Luca Crovi. E una presentazione curiosa di Cecilia Scerbanenco, la figlia. Che non ha conosciuto il padre, aveva cinque anni alla sua morte, ma ne ha ereditato le carte. E… parteggia per Giana Anguissola – bisognerà informarsi. Del padre dice che era lagnoso, mentre era stato subito riconosciuto, ai vent’anni, e premiato – ai trenta collaborava già al “Corriere della sera”.. Soprattutto per la generosità e il genio di Zavattini, spiega convincente Cecilia.
Giorgio Scerbanenco, Gli uomini in grigio, Rizzoli, pp. 265, ill., ril. € 16

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