lunedì 27 giugno 2016

Era vero, l’Europa è questa

In effetti, non è che la Ue non meriti il disprezzo che monta. Basta la scansione di oggi. La solita albagia britannica: “Ce ne andiamo quando diciamo noi”. La solita irresolutezza degli statisti europei - forse perché non sanno l’inglese, sarà un complesso. L’economia, le banche, la speculazione, il ruolo dell’Europa, diplomatico, politico, militare?
Sullo sfondo i “caratteri nazionali” da macchietta. Lo snobismo (micragnoso) dei (piccolo) borghesi inglesi – le volgari baggianate dei fratelli Johnson sui social. La gloriola francese. L’alterigia tedesca del “troppo poco troppo tardi”, sempre magistrale – in un certo senso a ragione: peggio va per Francia, Italia e Spagna meglio va per la Germania (tutti a comprare titoli tedeschi, e la Germania ci guadagna invece di pagare gli interessi). La solita buffoneria italiana, che media, progetta, rivoluziona e costruisce ponti. I tre ridono, Merkel, Holande e Renzi, il “direttorio”, e non si capisce di che.

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