In effetti, non è che la Ue non meriti il disprezzo
che monta. Basta la scansione di oggi. La solita albagia britannica: “Ce ne
andiamo quando diciamo noi”. La solita irresolutezza degli statisti europei -
forse perché non sanno l’inglese, sarà un complesso. L’economia, le banche, la
speculazione, il ruolo dell’Europa, diplomatico, politico, militare?
Sullo sfondo i “caratteri nazionali” da
macchietta. Lo snobismo (micragnoso) dei (piccolo) borghesi inglesi – le
volgari baggianate dei fratelli Johnson sui social. La gloriola francese. L’alterigia tedesca del “troppo poco troppo tardi”, sempre
magistrale – in un certo senso a ragione: peggio va per Francia, Italia e
Spagna meglio va per la Germania (tutti a comprare titoli tedeschi, e la
Germania ci guadagna invece di pagare gli interessi). La solita buffoneria
italiana, che media, progetta, rivoluziona e costruisce ponti. I tre ridono, Merkel, Holande e Renzi, il “direttorio”, e non si capisce di che.
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