La valutazione di 750 milioni per l’Inter di
oggi è sopravalutata rispetto a quella del 2013. È più o meno il doppio, senza
che nessun indice di redditività in questi tre anni sia migliorato, anzi. Allora
il club era al top, reduce dal triplete, anche se con tropi debiti.
Oggi i debiti sono quasi raddoppiati e senza titoli. Ma non c’è valore di
mercato, ci sono valutazioni: calcoli che dipendono solo in parte dallo stato
patrimoniale e di brand di un’azienda.
Molti investimenti cinesi all’estero, anche in
perdita, sono favoriti dal fisco di Pechino. Dove il governo favorisce in tutti i modi l’espansione
del brand Cina. Per motivi economici e anche politici, d’influenza. Tra questi c’è la promozione nella stessa Cina
del calcio come disciplina sportiva. Anche all’interno, i club esistenti sono
stati incoraggiati fiscalmente a spendere molto per creare squadre presto
competitive a livello internazionale.
Un’altra fonte di rientro di questi
investimenti apparentemente eccessivi è il finanziamento del debito. Thohir, oltre
alla notevole plusvalenza di oggi, ha incassato nei tre anni un comodo 8 per cento
come interesse sui debiti dell’Inter con le sue fiduciarie.
Nessun commento:
Posta un commento