mercoledì 29 giugno 2016

Il segreto del romanzo è la lettura al caminetto

Tre prose sui libri scelte e tradotte da Cristina Guarnieri, filosofa germanista prima di dedicarsi eroica alla inafferrabile America Latina. Benjamin vi divaga sui libri, più che sulla biblioteca – su di lui si riflette cupa la fine, ma era un tedesco col dono della disinvoltura. Note sull’acquirente compulsivo – il collezionista. Sui venticinque anni di un romanzo di Arnold Bennett (chi era costui?) – sulla gioia di leggere i romanzi sdraiato sul divano, davanti a un camino crocchiante. E su un libro di erbe svizzero, che si vendeva a centinaia di migliaia di copie – sul successo editoriale. Nel mezzo nozioni sparse. Sulla necessità dei libri non letti. Sulla tipologia degli acquisti di libri: il libro in esaurimento (è necessario possederlo prima che scompaia), in viaggio se da soli, sui cataloghi, irresistibili quegli elenchi, anche se di titoli modesti, alle aste. Latitano le bancarelle, per esempio i bouquinistes dei Lungosenna, che per Benjamin, teorico praticante della flânerie, s’immaginano occupazione libresca prioritaria.
Tre prose leziose che l’introduzione di Mauri nobilita. Aggiornando Benjamin, “L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica”, all’autoscrittura. Non solo l’arte si riproduce per multipli, anche la poesia e la narrazione, il lettore essendosi fatto ora scrittore, tra blog, forum, social, e il libro che si autoproduce.
Il caminetto per il romanzo può comunque risolvere un enigma sociologico di lunga durata: perché gli inglesi leggono così tanti romanzi - anche gli americani, in certi Stati - e gli italiani no.  I tedeschi, che ne leggono anche loro meno degli inglesi, delle inglesi in realtà, si sapeva già che la sera passano in famiglia preferibilmente a fare musica invece che in silenzio al caminetto. Restano da indagare i francesi, soprattutto le francesi, che fanno anch’esse grande il consumo di romanzi.
Walter Benjamin, La mia biblioteca, Elliot, pp. 57 € 7,50

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