“La questione delle
regole è centrale nel contenzioso culturale europeo. Anzitutto perché non è
chiaro chi stabilisce le regole”. Si può partire da questo assunto,
incontestato, neppure dai montiani, se ancora ce ne sono, della miseria
politica (l’assunto è politico, non culturale: ‘cca nisciuno è fesso, capiamo
tutto ma siamo deboli, incapaci) in cui si sta asfissiando l’Europa. “Le regole
si stabiliscono con la forza”. Anche questo è noto, da più tempo, poco
contestabile. Ma se la regola è rubare, con buona coscienza?
Questo non si può
dire – non riesce a dirlo neppure lui, il radicalissimo “Bifo”. E questo è il
punto: non poterlo dire. La cultura cosiddetta laica ci ha improsati – Bifo, a
quel che si legge, compreso – con Max Weber, con lo spirito protestante del
capitale, e il rispetto delle regole. Non è niente vero, non c’è un’etica
protestante (di quali protestantesimo stiamo parlando) – è anche un falso Max
Weber. Ma ora comunque è questione superata: ora la differenza è fra chi, il
sindacato tedesco, accetta di impoverirsi per “arricchire la nazione”, e chi si
difende, il sindacato francese e quello italiano, e forse quello britannico fra
una settimana. Solo, giusto per dirci europei, vorremmo poterlo dire, mentre il
pensiero è unico pure in questo, che bisogna abbozzare. .
Ma a volte anche
l’indignazione è fuorviante, bisogna essere chiari. “Bifo” lo è: “Il
nazionalismo tedesco del ventunesimo secolo è un assoluto tabù”, rimarca
nell’introduzione. Non del tutto, però,
tabuizza anche lui. Il debito non
è anatemizzato dall’“etica protestante”, supposta: è un’etica che ha convissuto
col debito, fino alle creste speculative, dell’Olanda e degli Usa a più
riprese, della stessa Inghilterra. Il debito non è anatemizzato in Germania -
semmai l’inflazione, che è un altro business. È anatemizzato da Merkel, che fa
aggio su un solido revanscismo nazionalista. Cui la Germania, è vero, più che
volentieri si è piegata fino ai liberali dello “Spiegel” e della “Zeit” e agli
stessi socialisti. Ma è un fatto politico, dei governi Merkel. Governi di
destra e di sinistra alternativamente, che Merkel domina con questo golem. Si
veda la “festa” che ha fatto, lei personalmente, alla Grecia. E quella che ha
provato con l’Italia.
Che farcene della
Germania è il tema. O come un tedescofilo, formato con Rudi Dutschke, diventa
antipatizzante. “Bifo” ha raccolto alcuni scritti, su Maastricht a suo tempo,
oltre vent’anni fa, sulla crisi greca (con due diari, uno in difesa di
Varoufakis), e sul prima e il dopo. Di taglio catastrofista, e quindi di poco
impatto - contemporaneamente pubblicava una ponderosa riflessione,
dall’antifrastico titolo “Heroes: suicidio e omicidi di massa”, sulla voglia
di dissoluzione del Millennio, ancora più pessimista. Ma non distratto, e non
senza argomenti. “L’Europa s’impoverisce”, questo ognuno lo vede. “Maastricht disarticola
le società”, pure. E il lavoro ricottimizzato: “Il lavoro operaio non è più il
motore del processo di valorizzazione, e il lavoro cognitivo è incapace di
farsi coro solidale”.
L’Ue è “una
carcassa vuota che il sistema finanziario usa per depredare il prodotto
sociale”, e “l’Europa è unita come lo era nel 1941”. Sotto Hitler? No. Ma. “C’è
un enigma al cuore della situazione europea: quali sono le intenzioni della
classe dirigente tedesca? Quali sono le sue aspettative riguardo al futuro
dell’Unione? Non si rendono conto dei
pericoli (vittoria delle destre
nazionaliste, crollo dell’Unione, guerra
euro-russa) che si delineano all’orizzonte dopo cinque anni di austerity?”, è
una nota di diario del febbraio 2015 – Syriza ha appena vinto le elezioni, è a
maggio che la Grecia capitolerà a Berlino, cioè
a Bruxelles.
La distopia che
azzarda, invece, è sbagliata in ogni suo punto: “È più probabile un proliferare
di conflitti sempre più violenti (in Ungheria, in Grecia, nel Sud italiano, in
Spagna) fino alla continentalizzazione dello scenario jugoslavo degli anni
Novanta”. No, i tedeschi inorridirebbero – sono abituati a comprare senza
pagare – un tempo si sarebbe detto alle razzie. E il Sud non si ribellerà mai.
Né la Grecia o la Spagna. Magari si dissolveranno, si stanno dissolvendo, ma
senza combattere. La speranza è dura a morire, certo, ma nei proverbi.
Franco Berardi
Bifo, La nonna di Schaüble, Ombre
Corte, pp. 165 € 13
Nessun commento:
Posta un commento