Parte
con non buoni auspici la spedizione italiana agli Europei di calcio in Francia:
niente campioni, e una oscura mediocrità.
La
colpa, si dice, è dell’eccesso di calciatori stranieri nelle squadre italiane.
Rai Sport ne tiene anche il conto, partita per partita: sono tre su cinque, mediamente.
Alcune squadre, l’Inter, la Fiorentina, non hanno titolari italiani, o quasi. I
talenti italiani si trovano la strada sbarrata, si dice, e non possono crescere,
esprimersi.
Ma non
è un’obiezione. La Spagna, che con più capitali e decisione ha puntato sul miglior
calcio mondiale, ha la migliore nazionale europea – l’ha avuta per un decennio.
Il
problema italiano non sono gli stranieri ma gli stranieri troppo giovani o
mediocri. I soli che il calcio italiano si può permettere. I giovani italiani
crescono mediocri perché non hanno talenti su cui uniformarsi o ispirarsi.
L’Italia
aveva squadre della qualità del Real Madrid e del Barcellona, Juventus e Milan.
L’inchiesta napoletana del 2006 si è dedicata perversamente a distruggerle. E
la ripartenza è difficile: alla Juventus, forse, riuscirà, al Milan no. Senza
contare che Napoli è sempre lì, e la giustizia napoletana pure.
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