giovedì 30 giugno 2016

Passione transgender d'antan

La bibbia transgender nel 1959. La futura direttrice editoriale di Gallimard si diverte. De Ceccaty, in un medaglione di Monique Lange che arricchisce la traduzione, la avvicina a Natalia Ginzburg, per il ruolo editoriale e per la sensibilità. Ma sono due mondi diversi. Lange è qui – di proposito – leggera e non riflessiva, gradevole. Una se stessa che si diverte: ragazza inesperta e sola tra uomini non uomini, che odiano le donne, così come lei stessa del resto, anche lei però frivoleggia. I temi e la trattazione sono piuttosto quelli di Rachilde, Fine Secolo – fine Ottocento.
Moglie di Juan Goytisolo, separata ma convivente. Infanzia in Indocina col padre ufficiale. Potente dirigente editoriale: era forse una che si divertiva. Scrive qui cose come: “Solo le checche possedevano davvero il segreto della femminilità”. Che non è vero, ma l’epoca vuole così, settant’anni dopo, il papa compreso. Lei però si salvaguarda disincantata – crudele non si può dire: “Le checche”, dice anche, non muoiono, “sono già un po’ morte”. L’ultima parola, quando abbandona i pescigatto, elevando a proclama: “Sono libera”. Un’educazione sentimentale particolare, una simpatica ossessione.
Monique Lange, I pescigatto, Cargo, pp. 89 € 8

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