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venerdì 17 giugno 2016

Secondi pensieri - 266

zeulig

Ambizione – Platone la fa segno dell’immortalità o eternità dell’essere. Attraverso la fecondità. Del corpo, il “creare nuova vita”, e spirituale, il continuo aggiornamento. Motore della costante metamorfosi degli esseri, spirituale e anche fisiologica.

Amore – È cieco dal tempo di Platone, “Fedro”: come la saggezza, così “non si vedono tutte le altre realtà che sono degne di amore”. Ma subito dopo f a eccezione per la Bellezza, nella quale ha già ampiamente detto, nello stesso “Fedro” e nel Simposio” che sta l’Amore: “La Bellezza ha ricevuto questa sorte, di essere ciò che è più evidente e più amabile”.

Debito – Era metafisico - prima che lo diventasse nella Germania di Merkel - in Baudrillard, in un articolo da lui scritto per “Libération” il 15 gennaio 1996, “Dette mondiale et univers parallèle”. Partendo dall’esibizione del debito Usa su schermo gigante a Time Square, al centro di New York, “una cifra astronomica che aumenta al ritmo allucinante di 20 000 dollari al secondo”, auemtava vent’anni f a, oggi il ritmo è raddoppiato, quasi, Baudrillard dice la contabilità fittizia: “Questo debito non sarà mai rimborsato. Nessun debito sarà rimborsato. I conti definitivi non avranno mai luogo”. Per “la sparizione dell’universo referenziale” del debito stesso. Sul tabellone luminoso di Broadway il debito gli appare come “una galassia che s’allontana nel cosmo”. Anzi, un “universo nemmeno orbitale: ex orbitale, scentrato, eccentrico”.  Il debito è per noi lo “squilibrio del debito”, la “sua proliferazione”, la “sua promessa d’infinito”.
L’esito è però sbagliato: il debito Baudrillard mette in orbita “con una probabilità molto debole che raggiunga mai la nostra”. No, il debito è nostro. Non in sé ma in quanto ce lo addebitano le agenzie di rating, che sono, esse, ben “universo di riferimento”.  La differenza tra le tre BB del’Italia e le tre A della Germania è assurda (se fallisce l’Italia fallisce la Germania) ma è ben reale, e può indurre la povertà. Più che una galassia remota è un conto di profitti e perdite.
Realistica la conclusione – il debito non è simbolico: “La coesione delle nostre società, alimentata un tempo dall’immaginario del progresso, lo è oggi dall’immaginario della catastrofe”. 

Democrazia – Si ribalta in rete, dove diventa dominio delle minoranze – radicali, vociferati, spiritose, violente, paradossali, e soprattutto tempestive. Contro il suo senso ottocentesco-politico del governo del popolo, ossia della maggioranza. Ritornano le élites, sia pure solo dialettiche e non più per censo o potere – ma in realtà le élites sono state tali solo se e in quanto intellettuali e politiche, dialettiche, c’è il ricco amorfo e il potente autolesionista.
Si ribalta in incostanza, in assunzioni mutevoli. È dominio di minoranze per variabili. Che si formano e si dissolvono, si allargano e si restringono, in funzione di precisi e limitati obbiettivi. E molteplici, senza poter essere raggruppabili o sommabili: una rete può convivere con un’altra analoga, semplicemente imitata dalla lingua, senza risolversi o identificarsi con l’altra. E mutevoli: le parti non sono ma si formano (divengono). E si dissolvono o trasformano.  

Dio – Se ne cercano le “prove” razionali o altre. Mentre è l’improvabile. Dio non viene dalla ragione, nemmeno nella forma dell’irragionevolezza o incoerenza: viene dall’inconscio. Lo si approssima anche, per larghe volute oppure strette, senza fissarlo.

Fanatismo – Quello religioso è stato a lungo “entusiasmo”. In particolare nelle guerre civili britanniche di Cromwell, col loro milione di morti – in prevalenza irlandesi, è vero.

Interruzione – O reperibilità, è il tratto comunicativo recente e dominante: si è interrotti da una chiamata al cellulare, da un sms, da un whatsapp, volendolo dalla martellante posta elettronica. Escludendo la concentrazione, ma non per caso. Non si tratta infatti di una virtù opposta all’altra, e del resto l’interruzione-reperibilità non ha niente da opporre alla concentrazione, se non la démise di se stessi. È un senso condiviso di mancanza. E nello stesso tempo di compartecipazione : non essere interrotti è essere esclusi – anche escludersi, segno d’insocivolezza..
È il motore di un mondo di azioni\reazioni eidermiche. La reperibilità-interruzione è parte del programma di intrusione: quello commerciale, a cui tutto il sistema comunicativo è ordinato, dai social alla mail.

Matematica – È “la” scienza del millennio. Una scienza per natura inconclusiva come ogni procedimento logico, se non per la sua correttezza formale. Cioè per la definizione e ammissione dei suoi limiti strumentali, autovalidanti, tautologici, e di quelli dei suoi procedimenti, se non per una fine specifico. Invece la si vuole incontestabile e decisiva: algoritmi e equazioni non sono più strumentazioni, sono verità entro cui il reale fisico e quello e il sociale si devono conchiudere. La matematizzazione della realtà è un artificio, a fini commerciali e politici. E a questo fine può giovarsi della credulità, che sarebbe il suo opposto. Una fede doppiamente falsata, quindi. Ma l’ingenuità che sollecita è ampia, presso gli stessi matematici, e spessa.

Odio – Si estingue. Anche quello di famiglia, generazionale. Non ci sono persone o eventi condannati in toto e per sempre: se ne perde la memoria. Se non in ambiti tribali conchiusi. C’era Nerone, a cui però si riconoscono da qualche tempo dei meriti. Ora c’è Hitler, ma la storia resta da fare.
Mentre invece il buon ricordo, amorevole, ammirato, riconoscente, etc., si perpetua – si rinnova, si celebra. Orwell inventa la Giornata dell’Odio ma istituzionalizzandola.
Il “Non avrete il mio odio“ di Antoine Leiris, marito di una delle vittime francesi dell’Is, viene però troppo presto, quando la ferita inferta è aperta. Il suo “non vi odio”  un atto di disprezzo – la cancellazione del nemico.

Saggezza – Platone (“Fedro”) la vuole invisibile – sarebbe altrimenti intenibile alla vista, che pure “è la più acuta delle sensazioni che riceviamo mediante il corpo”: “Non è possibile vedere la saggezza, perché, giungendo alla vista, susciterebbe uno struggimento terribile, se offrisse una chiara visione di sé”. È materia oscura.

Totalitarismo – A lungo, e  nell’opinione comune, è un fatto di polizia: controlli, censure,  obbligazioni, violenze, Ha invece il suo segreto quale Hannah Arendt l’ha individuato:  cortocircuitare dal reale, far vivere in un mondo fittizio, di slogan, campagna, mobilitazioni. È l’equivalente-esito della mobilitazione totale di Jünger. Il vero totalitarismo, per esempio il “pensiero unico” che domina l’economia anche dopo averne provocato la crisi più lacerante della storia, è in questa costruzione fantascientifica – è, si può anche dire, la realizzazione della fantascienza, forse la più semplice e ricorrente: la fantasia volentieri crede a se stessa.

Verità – Residua fra gli strizzacervelli  Che si danno il compito di svelarla. Di scalzarne le fondamenta. Con un lavorio incessante e interminabile, poiché gira in tondo. Ma con attrezzi che giudicano veri.

zeulig@antiit.eu

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