Dio – È creatore in senso proprio, artifex, nell’iconografia cristiana - altrimenti
è l’Essere, senza identità personalizzata. È un Dio umano, l’uomo divinizzato.
Nella figura del Cristo-Dio.
È su
questo fondo che si è persa la concezione della religione come relazione
reciproca tra l’uomo e Dio, e si arriva al “Dio è morto”. Originariamente,
nelle religioni primitive, la divinità è opera dell’uomo. Mentre la religione è
più complessa, la fede riponendosi piuttosto nella riposta della divinità. Per
un processo di archetipizzazione e immedesimazione.
Droga –Isola. Non tanto dal punto di
vista sociale, in epoca non permissiva, ma nella esperienza-conoscenza
personale. Per la stessa sua proprietà dominante psichicamente. Quando si
assume droga in gruppo è come avere tutti lo stesso corpo e quindi le stesse
sensazioni, la droga unica essendo passata al comando. Invece ognuno la vive in
modo proprio, fisicamente e mentalmente: l’effetto è divisivo sul gruppo.
L’azione sociale non è chimica, presuppone la volontà.
Heidegger – La traduzione
dei “Quaderni neri” si è fermata ai due volumi fino al 1939. Mentre i
successivi sarebbero i più pregni, a quel che se ne sa da chi li ha letti in
originale, anche se a loro modo anch’essi asistematici. È una decisione
editoriale che probabilmente nasce da una strategia di comunicazione. Di vendita
anche – non accumulare i “Quaderni neri”. E di moltiplicazione dei pareri,
degli interpreti, più o meno leali, un business editoriale secondario.
Di
che inverare ampiamente il disprezzo del filosofo per l’opinione pubblica, o le
verità cucite al filo grosso.
“Sorge”, “care” sono più che “cura”, “soin”. Sono la cura che si prende di
qualcuno, e insieme la preoccupazione, il sentimento di partecipazione, che si ha
per questa persona (comunità, evento).
Inquinamento – È scienza
“inquinata”. Grigia, in qualche modo putrescente e non immacolata come
dovrebbe, della stesa materia che tratta, i rifiuti e le polluzioni. Ogni
scienza si materializza col suo oggetto. Inquinata e inquinante quella
anti-inquinamento.
Nuovo – Si legava al
rinnovamento, come nelle età della vita, e alla speranza. S’immedesima ora nel
rifiuto: violenza verbale, esibizione dell’ignoranza.
È
una speculazione: s’investe nel nuovo senza più. Senza un sigillo di qualità,
una garanzia di lavorazione, che sarebbe tradizione: il campo non arato e non
coltivato sarebbe il più produttivo. In politica e nell’arte. In economia e in
letteratura invece si rinuncia: si sfruttano le posizioni di rendita
residue.
Opinione pubblica – Non raccordata
alla volontà generale, è giornalismo – più o meno. Ne segue quindi le
oscillazioni del gusto, e del business – il giornalismo è anzitutto un
commercio: un veicolo per la vendita di pubblicità. Da qui probabilmente la povertà
della riflessione in materia, che si può dire limitata a Lippman e Habermas. Mentre
è il fatto che condiziona, via voto, le nostre scelte maggiori di vita, quelle
sociali e politiche.
La
volontà generale di Rousseau si può sintetizzare come la verità in sé, di ogni
evento o atto, che si approssima con esercizio costante e comunitario, e di
adotta nelle sue varie approssimazioni con decisione comune, il più possibile
condivisa. Oggi, invece, per esempio, compito della politica è dividere, col proposito
di meglio rappresentare. Che non è consequente ma non imoporta. È consequente
al bisogno del giornalismo dominante di scandalo e complotto, per la “copia in
più”, e questo basta.
L’assassinio
di Jo Cox ha rovesciato per qualche giorno le intenzioni di voto in Gran
Bretagna al referendum sull’Europa: dai favorevoli all’uscita ai favorevoli alla
permanenza. L’effetto è durato poco, ma il ribaltamento è stato immediato,
senza altri fatti nuovi, né ripensamenti o ragionamenti politici: d’istinto.
Poi hanno prevalso gli stamina
britannisti, delle generazioni del “buon tempo antico”, che sono anche le più
refrattarie all’emotività.
L’opinione
pubblica è più che mai instabile, e anzi volatile.
Nei
“Quaderni neri” dell’immediato dopoguerra, dagli estratti che si possono
leggere, specie nel “Quaderno” 1942-1948, Heidegger medita intensamente sulla
pubblicità. Quasi un corpo a corpo. Contro la “dittatura della pubblicità”.Del
“si pensa” e “si dice”. Cit. qui, dopo il volume 1942-1948 dei Quaderni neri,
p. 82 di Di Cesare.
A
partire dal 1940 la globalizzazione viene considerata attraverso il prisma dei
media. Il “planetarismo” (globalizzazione)
è un idiotismo”, dal greco idion, cioè proprio. Un proprio che è
l’uguale, in cui chiunque si ritrova e a
cui consente e acconsente. La radio (la tv?) dice Heidegger di “essenza
idiota”, emblema della coappartenenza di planetarsimo e idiotismo.
Razzismo
–
C’è, in parallelo col razzismo, la sua forma che Sartre ha chiamato in “Orfeo
Nero” del razzismo antirazzista. Dell’orgoglio – di pelle, di tribù, di nazionalità,
perfino di continentalità, africano contro europeo – di appartenenza come sfida
all’altro. È alla radice del disagio corrente sul fenomeno dell’immigrazione di
massa in Europa. Risentita come un’aggressione perché è sentita coma tale, come
una rivalsa. Specie in Italia, un paese che non ha – o non oppone – una forte
identità nazionale: comportamenti irrituali e anche illegali si esercitano come
una sfida, nei centri di accoglienza e anche fuori – matrimoni forzati, velo
forzato, poligamia. Forme che spesso sono desuete (la poligamia) e comunque non
rispondono più al senso comune, nonché religioso, delle stesse comunità
immigrate ma vengono esercitate come opposizione, a una forma culturale. È remoto
il tempo dell’immigrato in cerca di assimilazione, il cui scopo principale era
di impadronirsi degli stessi strumenti giuridici, sociali, culturali, del paese
di accoglienza: ora si emigra con una riserva mentale, che più che identitaria
è di ostilità.
La riprova è nel rifiuto dei tanti
giovani, tra Francia, Gran Bretagna, Belgio e Olanda almeno diecimila, di seconda
e anche di terza generazione europeizzati, che si sono fatti volontari del’Is.,
pur non possedendo i più nessuna nozione di islam, né alcun senso di fede.
Volontà generale - I referendum, supposti doverla affermare, sono in realtà
antidemocratici. Incanalano la volontà generale entro le tracce di minoranze di
minoranze, le élites.
Modernamente intellettuali invece che di censo o di potere, ma sempre ristrette
e maneggione.
L’opinione
è al limite un effetto immagine, o di slogan. Comunque di gestione dei mezzi di
comunicazione: la volontà generale è più che mai espressione dei media. Che
hanno un padrone, hanno a cuore solo l’affare, e come obiettivo di escludere la
politica.
La
politica ha peraltro perso la funzione di mediare. Non nel senso democratico,
di spuntare le punte estreme, le minoranze assolutiste. Non ci sono più corpi
intermedi né istanze sociali o culturali a mediare i vari interessi nell’ambito
di una collettività più ampia. Nazionale o, nel caso, continentale.
zeulig@antiit.eu
Nessun commento:
Posta un commento