Si riunisce il consiglio Bce, si riunisce il
consiglio Bri, e niente. Molto rumore per nulla, soprattutto alla Banca dei
Regolamenti Internazionali, che riunisce i trenta banchieri centrali delle maggiori
economie industrializzate e emergenti, i quattro quinti della ricchezza mondiale:
non si può turbare il mercato.
Dopo il crollo senza precedenti nella storia mondiale
della finanza venerdì, il week-end è passato nell’inattività. Qualche buon
proposito e nient’altro. È di fatto un invito alla speculazione. Che a questo
punto, non sembrerebbe, ma è la logica evidente del mercato.
Non sembrerebbe che la speculazione sia la ratio del mercato, ma evidentemente è
così. Venerdì uno scossone senza precedenti è stato impresso ai mercato finanziari
con la scusa del Brexit. Si dice a causa del Brexit, ma il referendum inglese è
stato solo un appiglio, un innesco involontario. Cos’hanno da temere le banche
italiane o il debito italiano dall’Uscita dela Gran Bretagna dalla Ue? Nulla,
però devono pagare dazio, salato
Dove si lavora alacremente anche nel week-end,
cioè nei fondi speculativi, è alla distruzione di più banche possibili e di
qualche paese cui si possa imputare un debito eccessivo. Non gli Usa, che hanno
la forza di prendere a sberle la speculazione, non il Giappone, o la Cina, ma i
paesucoli europei perché no, una strizzatina?
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