mercoledì 15 giugno 2016

Un aiutino alla Germania

A chi ha fatto bene il Quantitative Easing (“Public Sector Purchase Program”, Pspp) lanciato da Draghi quindici mesi fa? Alla Germania in primo luogo e più di tutti. Criticato per questa, e ogni sua altra decisione, giornalmente dai ministri e governatori di Angela Merkel, si direbbe che il presidente della Bce è in realtà un agente tedesco, che il loro è un gioco delle parti – nei fatti lo è.
La Germania ora celebra i tassi negativi sui Bund – guadagna emettendo debito… Per il Btp invece, il QE ha portato a un rincaro. Lo spread era sceso sotto quota 100 a fine febbraio 2015, alla vigilia del QE, ora è a 150.
Sarebbe stato lo spread Btp-Bund maggiore senza il QE? Forse. Ma il QE è strutturato soprattutto per favorire la Germania, tramite la clausola “capital key”: gli acquisti sono ripartiti proporzionalmente alle quote dei singoli paesi nel capitale della Bce. Per la Germania quindi il 18 per cento (tabellare, di fatto il 26), per l’Italia il 12,3 (di fatto il 18). Nei due anni del QE, marzo 2015-marzo 2017 la Bce avrà comprato 330 miliardi di titoli di Stato tedeschi e 230 di titoli italiani.

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