Numeri,
cifre, dati, il rapporto della Polizia tedesca sui fatti di Capodanno a Colonia,
Amburgo e altre città tedesche, delle manomissioni e aggressioni alle donne
tedesche a opera di nordafricani di recente immigrazione è pignolo ma non
spiega. Anche per l’anticipazione cui il rapporto è inteso: che i fatti criminogeni,
oltre 1.200 accertati, sono e saranno impuniti. Ma non c’è l’essenziale: come e
perché un paio di migliaia di nordafricani, non gruppetti isolati, né di ubriachi
o alticci, un fenomeno che si può dire di massa, si è sentito libero di mettere
le mani addosso alle “donna bianca”.
ugualitario.
.
L’immigrato
arriva prevenuto. Ambisce all’Europa per l’euro, che è per lui, anche in poche
unità, un capitale. Ma senza più l’attrattiva culturale, fonte di rispetto, che
fino agli anni 1970-1980 il continente esercitava. Soprattutto se di fede
islamica, che si vuole concorrente del cristianesimo che identifica l’Europa. È
comunque in parallelo con l’offensiva islamica nell’Africa sub-sahariana, del
Corno d’Africa e dell’Africa Occidentale ugualmente, e del fondamentalismo islamico
nel Nord Africa e in Asia. E in una certa misura fa perno sul razzismo
inconscio: sfidare la supremazia dell’“uomo bianco” in casa dell’uomo bianco,
anzi con le sue stesse leggi.
Il
rispetto delle regole senza l’uso della forza è per il mondo transmediterraneo una
ridicolaggine.
Il
traffico di uomini è peraltro gestito su questa base: l’immigrazione illegale
diventa legale nelle more delle leggi europee – basta un avvocaticchio di poche
pretese, una onlus pro immigrati, una volontaria pasionaria.
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