Ha
vinto il golpe, ma Erdogan è al capolinea: la ribellione di molti ufficiali
superiori lo ha spiazzato – ha mostrato il re nella sua nudità.
Tutto
quello che Erdogan ha voluto in questi ultimi anni e mesi gli si rivolterà contro.
Il nepotismo e la corruzione. Il confessionalismo: l’affettazione di islamismo di
cui si compiace con la moglie disturba la non confessionale Turchia, e anche
quella buona mussulmana. L’isolamento internazionale: ha inimicato alla Turchia
Israele, l’Iraq e la Siria, la Russia, ora è sul piede di guerra con la Grecia
per i fuoriusciti del golpe, e minaccia gli Usa, cosa che col debole Obama può,
ma non potrà più con Trump o Hillary Clinton. La crisi economica: il boom di
cui si fa corona in realtà ha lavorato per sgonfiarlo, gli investimenti esteri
sono in calo, e anche le esportazioni (nonché le entrate da turismo). La
censura e le carcerazioni arbitrarie: non potrà condannare tanti più
giornalisti di quanti ha fatto condannare. Le forze armate: non ha nessuna
autonomia di fronte ai generali che hanno sventato il golpe, tanto più se vorrà
condannati a morte i golpisti – pena non prevista dall’ordinamento. L’establishment,
cioè la sua stessa massoneria: troppe condanne tra i giudici, i giornalisti, i
militari. Le minoranze: non può eliminare fisicamente i curdi, una ventina di
milioni di turchi.
Non
ci vorrà molto per saperlo. Gli arresti tra i militari sono tremila. Altrettante
le dimissioni d’autorità dei giudici. Ma se anche limiterà i necessari processi
e le condanne a trenta militari e trenta giudici, considerando gli altri 2.770
dei meri esecutori, avrà contro comunque l’ordine militare e l’ordine
giudiziario. Erdogan ha dalla sua le masse, come ce le aveva Mussolini, in
piazza a ogni rodine, ma quelle si dissolvono al primo vento. Il suo vero
miracolo è il tributo della stampa italiana – ma anche francese e inglese.
La
dittatura fascista che Erdogan ha in mente è impossibile. Una dittatura
fascista è impossibile in Turchia. In un paese grande – continentale - e molto
diversificato, socialmente e etnicamente. E ora è innegabile: la rivolta dei
militari, dopo i giornalisti, e dopo i partiti d’opposizione, ha esposto la
dittatura larvata in modo incontrovertibile. L’isolamento non potrà che
crescere.
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