sabato 16 luglio 2016

E adesso, povero Erdogan?

Ha vinto il golpe, ma Erdogan è al capolinea: la ribellione di molti ufficiali superiori lo ha spiazzato – ha mostrato il re nella sua nudità.
Tutto quello che Erdogan ha voluto in questi ultimi anni e mesi gli si rivolterà contro. Il nepotismo e la corruzione. Il confessionalismo: l’affettazione di islamismo di cui si compiace con la moglie disturba la non confessionale Turchia, e anche quella buona mussulmana. L’isolamento internazionale: ha inimicato alla Turchia Israele, l’Iraq e la Siria, la Russia, ora è sul piede di guerra con la Grecia per i fuoriusciti del golpe, e minaccia gli Usa, cosa che col debole Obama può, ma non potrà più con Trump o Hillary Clinton. La crisi economica: il boom di cui si fa corona in realtà ha lavorato per sgonfiarlo, gli investimenti esteri sono in calo, e anche le esportazioni (nonché le entrate da turismo). La censura e le carcerazioni arbitrarie: non potrà condannare tanti più giornalisti di quanti ha fatto condannare. Le forze armate: non ha nessuna autonomia di fronte ai generali che hanno sventato il golpe, tanto più se vorrà condannati a morte i golpisti – pena non prevista dall’ordinamento. L’establishment, cioè la sua stessa massoneria: troppe condanne tra i giudici, i giornalisti, i militari. Le minoranze: non può eliminare fisicamente i curdi, una ventina di milioni di turchi.
Non ci vorrà molto per saperlo. Gli arresti tra i militari sono tremila. Altrettante le dimissioni d’autorità dei giudici. Ma se anche limiterà i necessari processi e le condanne a trenta militari e trenta giudici, considerando gli altri 2.770 dei meri esecutori, avrà contro comunque l’ordine militare e l’ordine giudiziario. Erdogan ha dalla sua le masse, come ce le aveva Mussolini, in piazza a ogni rodine, ma quelle si dissolvono al primo vento. Il suo vero miracolo è il tributo della stampa italiana – ma anche francese e inglese.   
La dittatura fascista che Erdogan ha in mente è impossibile. Una dittatura fascista è impossibile in Turchia. In un paese grande – continentale - e molto diversificato, socialmente e etnicamente. E ora è innegabile: la rivolta dei militari, dopo i giornalisti, e dopo i partiti d’opposizione, ha esposto la dittatura larvata in modo incontrovertibile. L’isolamento non potrà che crescere.

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