Una bambina romana di dieci anni, sola in strada,
col telefonino, videa i ratti nel cassonetto. Normalmente si videano i gatti, e
lo fanno gli adulti, non i bambini, oppure i maiali, qui i ratti. Successo
virale, decreta il “Corriere della sera”, che col video si promuove. E incarica
Sergio Rizzo di scriverci sopra una pagina - con seguente delirio alla Rai,
dove non capiscono ma si attengono.
Proprio così: il solerte cronista viene
comandato, si capisce leggendolo, di scrivere una pagina sull’“evento”. La tira
in lungo. L’ispirazione non gli viene. Ma le righe per sostenere il titolone in
qualche modo le assembla. E dopo la guerra civile negli Usa e i referendum che
minacciano il governo, ecco il Roma-ratti a corpo 60: “I bambini giocano a
contare i topi. L’emergenza rifiuti che soffoca Roma”. Dove non c’è emergenza e
non ci sono rifiuti. Ma le mamme sì, è ero, quelle abbondano, che la spalla di
Rizzo, Frignani, non manca di intervistare, tra i dolori.
Il “servizio” un titolo di merito però ce
l’ha: non si capisce più dove sono i veri roditori. I denti di mamma? Del
giornale? Del – poveretto – cronista aureo dello sciocchezzaio. O del bel
quartierino di Tor Bella Monaca, una ne combino e cento ve ne racconto, di cui
le cronache ormai non possono privarsi, nemmeno un giorno, le mamme ci
bombardano, si vede che, beate loro, non lavorano, grilline bulgare, al 99 per
cento. Il lettore confuso del presente, è qui il merito, potrà considerarsi
nella norma, la confusione è generale.
A meno che non sia un gioco burlone di parole.
Ecco da dove è venuta l’idea ai dirigenti del giornale milanese, non dall’odio
di Roma. Un tempo era la Roma-gatti, piena di gattare e gatti nelle piazze e
agli angoli delle strade, ora è la Roma-ratti? Le gattare si sono ritirate in
casa e mandano fuori le figlie.
La verità purtroppo è una sola: che è l’ora
dei topi online. Delle madri che mandano in strada le figlie decenni, dotate di
cellulare, nelle pause quando non postano su facebook, per raccogliere
materiale per la prossima flashata.
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