Africa
–
Nessuno in Africa passa per i caffè a chiedere l’elemosina, non uno dopo l’altro, non in schiera.
Sono legioni gli africani che lo fanno a Roma - e in altre città? Giovani, e quasi
con lo stampo, una leva militare. Che a ogni evidenza dispongono di protezione
per l’accesso, di accoglienza, per quanto povera, e di una guida minuta della
città, di ogni angolo, via, esercizio. Una organizzazione. Si parla tantissimo
di immigrazione, più spesso per deprecarla, ma non di come si organizza effettivamente,
proprio nel suo lato deprecabile.
C’è anche sfida in questo
esercizio “africano” dell’accattonaggine. C’è un senso morale in Africa diverso
dal nostro (sulla corruzione, l’uso del bene pubblico, il dare e avere), ma non
violento. Non sul disprezzo o sfida dell’altro. Quello che queste turbe di
giovani immigrati profilano è uno scontro di culture, ma di che tipo? Di
criminalità organizzata, in forma di assediante: dall’elemosina organizzata
alla prostituzione e allo spaccio. Ma questo non può essere opera di bande di
nigeriani o senegalesi, popolazioni di territori che non confinano con l’Italia
e non hanno affinità storiche o culturali con l’Italia. Hanno però basi logistiche
solidamente impiantate da lontani avventurieri, loro connazionali. Questo
succedeva con i somali – le somale – fino a tre decenni fa, quando scoprirono
che l’Inghilterra era uno sbocco più agevole.
Antimaschilismo
–
È diffusissimo, nel linguaggio, nelle ideologie, e soprattutto nella moda: si
può dire la moda da alcuni decenni, ora già mezzo secolo, antiuomo. Nel senso del
maschio. A partire dall’unisex. Poi assortito col cavallo corto. E le aste
calzanti, specialmente fastidiosa alla seduta. Un sacrificio, per quanto
inutile, alla bellezza? all’onustà? Al desiderio? Solo cattiveria. Il gaysmo
non è antifemminile, è antimaschile.
Feudalesimo- . Il feudo è una cosa seria.
È il decentramento in anticipo, di fronte all’espansione accentratrice,
monopolista. E una formazione sociale robusta, di diritti e di doveri, con una
forte caratterizzazione locale, che inevitabilmente crea solidarietà e identità
– non un fatto di ruberie, come si vuole semplificare.
Nazismo – Resta bizzarramente
non indagato nelle sue radici. Che sarebbe anche necessario per un verso
esorcisma. Allo stato dei fatti il nazismo ha solo perso la guerra, antisemitismo
a parte – ma oggi nessuno è più antisemita, vero? Con la sola eccezione dello
studio di Fritz Fischer, 1961, rimasto isolato, coperto di polemiche, e presto
fuori circolo, “Assalto al potere mondiale”, che analizzava la prima guerra
mondiale, di cui però il nazismo è figlio – non ci sono interruzioni nella
storia. Nonché in quello sulle “Origini culturali del Terzo Reich” di Mosse –
sul quale però si fa pesare l’origine ebraica come un pregiudizio. Si analizza
come fosse un’escrescenza – una follia – in corpo sano, dodici anni di avventura,
il decorso di un tumore. Ma un tumore non era, a meno che non se ne individui
uno che infetti tutto il corpo e lo lasci poi integro.
Nella sociologia qualcosa in più
si è fatto. A opera di Norbert Elias nella sociologia politica, che ne ha
tentato l’analisi del radicamento. Trovandolo – senza dirlo (per evitare le
polemiche che coprirono Fischer? Per evitare di essere accantonato in quanto
ebreo?) – nella formazione della Germania bismarckiana, della borghesia
pasciuta e soddisfatta, dalla coscienza inerte.
Odio
–
È la politica del Millennio. Che si vuole della permissività (misericordia), ma
attizza l’odio. Si fa campagna
elettorale apertamente nel segno dell’odio: disprezzo, pregiudizio, ostilità
multiple. L’enorme successo di Trump ha solo motivi di odio. Non detto, ma
esplicito: dei neri, dei mussulmani, delle donne, e dei “messicani”. Lo steso
Farage, Le Pen, e mezza Germania – compresa Merkel: si presenta come il tappo
all’odio, ma alimenta un’opinione pubblica, fino al liberale “Spiegel”,
ferocemente nazionalista.
È l’unica sostanza del fondamentalismo
islamico. Un terrorismo di specie senza precedenti nella storia. Il “Vecchio
della Montagna”, organizzazione terroristica - vagheggiata o reale che fosse -
del Duecento, era l’epilogo della Conquista, dacché era stata bloccata dalla
latinità, e della controffensiva delle Crociate. Ogni giustificazione che se
ne dà non regge all’analisi: è odio
puro, seppure su fondamento religioso, del paradiso promesso ai “veri credenti”.
È guerra santa? No, colpisce indiscriminatamente
islamici e non, ma più e in massa, indiscriminatamente, gli islamici buoni
praticanti, nelle moschee, le scuole, le scuole per ragazze, i presidi sanitari
– dove non ci sono difese. È guerra contro l’Occidente? Contro la libertà di
stampa, la monogamia, la libertà della donna, la parità dei generi? Sì, e no. Molti terroristi, tra i più feroci, hanno studiato in Occidente, come i piloti dell’11 settembre, o ora quelli di Dacca - hanno voluto studiare in Occidente. Della libertà
di opinione questo terrorismo in realtà si nutre, e così dell’esibizionismo dei
social, del deragliamento erotizzante di cui si circonfonde l’“opinione pubblica”
occidentale: non esisterebbero senza, e lo sanno, di queste pratiche sono anzi maestri.
Mentre dei diritti e delle donne non sanno che farsene.
È estremismo identitario? No, non
si identifica in nulla. Ne è prova il proselitismo in Europa, tra
giovani di famiglia islamica e non, che non difendono nulla e semmai si
arruolano per teppismo, per gusto dell’avventura. È piuttosto un nichilismo identitario. Che attrae
giovani occidentali come giovani islamici. Molti attentati sono opera di neo
islamici, convertiti di un proselitismo superficiale e affrettato, nel quale la
violenza primeggia – a mano che l’islam come fede non sia violenza. Oppure di islamici
nati e cresciuti in Occidente, in Francia, in Belgio, in Gran Bretagna, in
Canada, etc., ma senza più un’identità.
Si va all’Is o Al Qaeda come un tempo alla Legione Straniera, per gusto della
violenza, che i movimenti islamici assicurano indiscriminata.
Sono un movimento di liberazione?
Certamente no, e non solo perché non combattono per dei diritti. Ma perché sono
stati, e in parte sono tuttora, espressione dei gruppi più retrivi delle
società islamiche, i potentati del Golfo, monarchie patrimoniali, altrove in
disuso da un millennio. Dalle quali anzi, volendo razionalizzare, sarebbero stati
spinti a combattere il mondo, un nemico esterno, per non combattere il vero
nemico, quei regimi tribali, familiari. .
Il fondamento religioso di questo
terrorismo come odio è d’altra parte ineccepibile. Il fondamentalismo si
sviluppa con la moltiplicazione di moschee e madrasse in Pakistan col colpo di
Stato di Zia ul-Hak, quaranta e passa anni fa. Sostenuta dall’Occidente (Usa e
Arabia Saudita) in funzione antisovietica. Prosegue con Khomeini, che l’Obama
dell’epoca, il presidente Carter, preferì allo scià come protettore dei diritti
umani e civili… – come l’Obama che voleva la democratizzazione delle masse
arabe attraverso la Fratellanza Mussulmana (agli inizi attraverso lo stesso Is…).
E con l’espansione incontrollata dell’Arabia Saudita, dei suoi petrodollari, a
fondare una società islamica parallela – dalle madrasse ai campi di polo – in tutto
il mondo, dalla Malesia alla Nigeria.
Packaging – È l’industria
di maggiore sviluppo e redditività - insieme con la telefonia mobile. Involucri
di ogni tipo sono resi per legge necessari, anche per singole unità di merce,
per esempio una mela o l’ovetto kinder, compresi i guanti per maneggiare la
mela e l’ovetto. Anche per merci che sotto nessun pretesto presentano problemi
di igiene, per esempio un libro. Mentre ogni acquisto, anche di pochi grammi,
al banco alimentare del supermercato richiede tre involucri, più un nuovo paio
di guanti del banconista. Idem in rosticceria. Involucri che bisogna affrettarsi a casa a
disfare, altrimenti fanno imputridire gli alimenti nel frigorifero, con la
condensa. Si moltiplica allo stesso tempo
lo smaltimento dei rifiuti, che si presenta e si vive come un problema, ma solo
per moltiplicare l’investimento pubblico, dei Comuni e dei governi, nella
raccolta e lo smaltimento stesso, che sono business colossali - dai margini cioè
amplissimi, altrettanto che il packaging. .
È la mula del Berni, che sollevava
i sassi per inciamparvi dentro? No, è il mercato: la moltiplicazione dei punti
e dei margini di guadagno. Il percorso è questo: più igiene per più pratiche preventive
per più inquinamento per più igiene (antinquinamento). Un circolo vizioso, che paghiamo
caro.
Non è il solo aspetto. La Ue ci
impone, sempre sotto il pretesto dell’igiene, buste e bustine anche per un grammo
di zucchero nel caffè, una goccia d’olio o di aceto nell’insalata, etc. E
questo è un altro aspetto dell’ideologia dominante: consumare (sprecare) di
più. Non c’è igiene nelle bustine, specie quelle di plastica: sono trucchi per
far sprecare più merce, tanto zucchero inutilizzato, olio e aceto da buttare. E
naturalmente tanti involucri in più, inutili, ma da smaltire, oltre che da pagare.
E questo non è un delitto contro l’umanità, che l’ecologismo pure rimprovera
per il semplice fumo di una sigaretta.
In subordine ci sarebbe da vedere
di chi l’ecologismo, consapevole o meno, fa le parti.
Privacy – Dopo anni di
telefonate ossessive, anche quatro-cinque al giorno, di operatori per conto di
Enel, Telecom e aziende varie, alcune create appositamente per il business
telefonico, Antonello Soro si sveglia e dice che sono abusive. La privacy, dice
ancora, è a rischio. Non se n’era accorto. E poi non fa niente.
Soro non è nessuno: è il Garante
della Privacy, che dovrebbe proteggere la nostra privacy. Un’autorità a protezione del cittadino del tutto inutile,
e anzi dannosa. Che però non è la sola. E costa. Per gli appannaggi dei vertici,
con Soro ci sono altri ra Garanti, e della coorte di funzionari pubblici
distaccati a premio, che ne arricchiscono gli uffici..La Autorità a protezione
degli utenti sono in Italia una dozzina, create da Prodi vent’anni fa, a nessun
esito. E spendono, senza alcun beneficio, se non per le aziende e i mestatori
di mercato, che proteggono senza pudori, un paio di miliardi, l’anno.
astolfo@antiit.eu
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