“Il combattimento non è soltanto nostro
padre, è anche nostro figlio”. Delle tante scritture del giovane Jünger sulla
Grande Guerra, questa è la più toccante. Pubblicata a caldo, per sfruttare il
successo di “Tempeste d’acciaio”, ma più intensa forse del testo di
riferimento. Sicuramente è la meglio argomentata, quasi un trattato, della vita
in trincea e all’assalto. E un ritratto originale dello stesso scrittore. André
Gucksmann, che prefaziona la riedizione francese (in francese, tradotto quasi
subito all’uscita nel 1922, ebbe lettori illustri, tra essi Caillois e
Bataille, e fu presto appropriato dal surrealismo), ci trova “i quattro” Jünger: il nazionalrivoluzionario prefascista,
l’anti-Hitler a mente fredda, il futuro attento alla Germania dell’Est, e
quello ecologista.
“Un testo folle, ma per nulla il testo
di un folle”, Glucksmann lo sintetizza come “una filosofia della Grande Guerra”.
Ogni immagine vi è filtrata e fissata. Il fango e le mitraglie. Il cannone
sempre, sovrastante rumore di fondo. I cadaveri a mucchi, a brandelli, decomposti.
La guerra di trincea, nel fetore, senza più eroismo né avventura. Gli entusiasmi,
invece, delle “dichiarazioni” di guerra: “Quando la guerra elevò il su straccio
rosso al di sopra dei muri grigi delle città, ognuno si sentì strappato di
colpo alla catena dei giorni”. E “Ogni scossa ai fondamenti della civiltà
scatena brusche eruzioni di sensualità”.
Un documento umano vivissimo – “un libro
in cui voglio fare la mia pace con la guerra”. Senza sconti però per se stesso,
nella figura esemplare del “lanzichenecco”, metà mercenario e metà volontario. Jünger
è letto in chiave politica, specie le sue guerre. Ma è uno scrittore, oltre che
un pensatore (qui ha anche formidabili sintesi storiche) e un politico (“questa
guerra non è il finale della violenza, ma è il preludio”).
Il 21 marzo 1918 sarà il giorno
“decisivo”, celebrato come la vigilia della vittoria certa. E invece sarà l’inizio
della fine, provvisoria. Glucksmann ricorda che “l’Europa si eresse, nel XXmo
secolo, Scuola di Guerra per cinque continenti”.
Ernst Jünger, La guerra come esperienza interiore, Piano B, pp. 160 € 13
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