Non
c’è dubbio che Firenze sia male amministrata, e anche molto male. Da tutti i
suoi sindaci degli ultimi quarant’anni, Renzi compreso - non c’era mai: ha
utilizzato la carica per fare viaggi nelle captali del mondo. Dal suo successore
e dai sui predecessori. Incolpevoli forse, ma perché incapaci.
Fare
un tranvia a Firenze è opera di molti decenni, tuttora interminabile. O uno
stadio fuorimano – l’università sì, è stata prontamente periferizzata, senza
nessuna necessità, lo stadio no, che paralizza mezza città una domenica su due.
Altro
non si può fare: progetti commissionati e pagati ai migliori urbanisti e architetti
giacciono da decenni inutilizzati. I secondi Uffizi, o anche solo una porta
d’accesso secondaria agli Uffizi. Il traffico. L’assetto di piazza del Duomo. La
vocazione della città, a parte il mercatino di san Lorenzo. Che ora ingombra
tutte le piazze e i marciapiedi, di manufatti asiatici, di venditori afroasiatici.
Non
decide per l’aeroporto, non decide per la stazione, e si sa anche perché: perché
blocchi di interessi contrapposti glielo impediscono. Bologna ha da un decennio
buono una stazione tav con soddisfazione di tutti, Firenze dopo quasi trent’anni, e un centinaio di milioni
spesi per una stazione ora abbandonata, non ne ha ancora l’idea. Ha deciso per
l’università e per i tribunali perché avevano il lottizzatore giusto. La verità
è infatti peggiore dell’incapacità: è la corruzione, al coperto delle logge,
nell’amministrazione e alla Procura della Repubblica. Perfino nel piccolo grande
business degli invadenti ambulanti.
La
guerra di logge, d’altra parte, attanaglia la città, è un circolo vizioso. Era
città d’arte, ed è giusto una città museo, scomoda, per orari, affluenze, gestioni
delle affluenze. Mentre tutto decade e s’imbruttisce, per pedane, scorrimenti,
transenne, la popolazione è più che dimezzata, il reddito medio diminuisce.
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