lunedì 11 luglio 2016

La ricerca perduta di Londra, e dell’Italia

Col Brexit le università e i centri di ricerca inglesi perdono 900 milioni di euro. A tanto ammontano i finanziamenti europei alla ricerca inglese. I centri britannici sono i maggiori fruitori dei fondi europei per la ricerca, perché hanno il maggior numero di ricercatori, e perché hanno formato centri specializzati per indirizzare la ricerca verso l’uso ottimale dei fondi europei, e viceversa.
La somma è una volta e mezza il contributo britannico alla ricerca europea. Specularmente inversa a  al rapporto contributi-fruizione dell’Italia. Che contribuisce egualmente ogni anno con 600 milioni ai fondi europei per la ricerca ma ne riceve di ritorno, come finanziamenti, la metà. È una delle anomalie italiane. I ricercatori sono in Italia un terzo rispetto a quelli delle maggiori economie Ue, Francia, Germania, Gran Bretagna. Fanno miracoli, nel senso che riescono comunque a farsi finanziare da Bruxelles per metà, invece che per un terzo, del contributo. Ma l’Italia è comunque in deficit, di ricerca e di contributi per la ricerca.

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