lunedì 18 luglio 2016

Letture - 266

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Dio – È grande successo editoriale, evidentemente incontra anche in quest’epoca di sua morte presunta. Marco Rizzi elenca su “La Lettura” molti titoli n tema: “Davvero una generazione senza Dio?” e “Religione all’italiana” di Franco Garelli, “Ipotesi Dio” di Giovanni Filoramo, “Quel che resta dei cattolici” di Marco Marzano, “Reinventare il sacro” di Stuart Kauffman, “La Grande domanda” di Alister McGrath, “Idealtipi dell’ateismo”, di Ilario Bertoletti,. Con la “Storia di Dio” di Karen Armstrong. E altri. E naturalmente i tanti libri contro, di Odifreddi, de Bottom, Dawkins.

Don Chisciotte – È il lettore mancato di libri piu che quello perduto nelle fantasie libresche, come insinua il suo autore. Ha una biblioteca, ma non legge. Al capitolo VI il curato Pero Pérez (Cervantes) elenca una ventina di romanzi di avventure (compresi i due che verranno citati al cap. successivo) che potrebbero averlo traviato, ma sarà vero? Verso la fine fa anche una visita in tipografia, ma da stordito. È piuttosto quello traviato dai libri che i non lettori di libri si figurano.

Mare – Conrad e il mare, traccia obbligata volendo antologizzare la letteratura sul mare, deve partire dal fatto che Conrad non nuotava e soffriva il mare, anche se vi passò diciotto anni. Un mare del tutto inventato. Ne scrisse peraltro in inglese, lingua per lui posticcia, non naturale. Il mare, a partire dai 17 anni, è per lui la rottura col mondo suo, nel quale era cresciuto , male.
Orwell (“L’uomo venuto dal mare”, ora in “Gli anni dell’«Observer»”) lo voleva terragno più che uomo di mare: “Può darsi che i suoi brani più ricchi di colore abbiano come tema il mare, ma è quando sbarca sulla terraferma che Conrad tocca l’apice della maturità”.

Il dottor Johnson, benché inglese e molto mobile, vede il mare per la prima volta a 52 anni, a Plymouth.

Mussolini – Cinque edizioni del suo “Diario di guerra 1915-1917” in contenporanea: Il Mulino (Mariol Isnenghi), Rubbettino (Alesandro Campi), Leg (Mimmo Franzinelli), Ar (Freda), Biblioteca dei Leoni (Denis Vidale). È che sono scaduti i diritti:: succede per Mussolini come per Hitler, “Mein Kampf” è stato ripubblicato per la prima volta nel dopoguerra in Germania perché “sono scaduti i diritti d’autore”, dopo settant’anni dalla morte scadono.
Il Poligrafico dello Stato fa anche di più, nel ricco mercato dei bibliofili: ristampa le opere “originali” di Mussolini, quella della trionfale opera omnia 1939: carta filigranata, con fascio littorio e sigla Lds, Libreria dello Stato, tutto identico.

Nobiltà – È semplice, diceva il principe di Ligne: è “l’obbligo di non fare niente di ignobile”.

Petrarca – Il letterato più corposo, più nel secolo, è il più appiattito, ridotto a una dimensione - quella di Laura, del “Canzoniere”. Era un socialite ossessivo,dloveva conoscere “tutti”, ha avuto figli e poi nipoti, possedeva case, giardini, cavalli, cani, si spostava per lunghe distanze per lunghi periodi, ovunque creandosi una casa, era un bibliofilo, specie di codici antichi, passione per la quale spendeva molto, aveva amici e corrispondenti in tutta Europa. Quando incontrò Laura, moglie diciannovenne del marchese Hugges de Sade, si presentò al castello della coppia sicuro di fare sua la donna,  ne fu scacciato, da lui e anche da lei, che non volle più vederlo. .
Il “Canzoniere” peraltro, opera che considerava minore e della quale anzi diceva di vergognarsi, rimaneggiò e riscrisse almeno nove volte – l’opera di una vita.   

Romanzo storico – Una frode lo dice Henry James, in sé opera impossibile. Scrivendone a una corrispondente che voleva cimentarsi nel genere in questi termini: “Potrà moltiplicare i «piccoli fatti» che si possono trovare nei dipinti, documenti, oggetti e incisioni, finché vorrà – la cosa reale è quasi impossibile da fare e il suo effetto è ridotto essenzialmente a zero. Voglio dire l’invenzione, la rappresentazione di una coscienza antica, l’anima, il sentimento, la visione che avevano degli individui e lo spirito dei quali la metà di ciò che mobilia il nostro spirito è assente. Dovrà figurarsi, col suo equipaggiamento moderno, un uomo, una donna, o piuttosto cinquanta, il cui modo di pensare era intensamente condizionato in altro modo: dovrà semplificarli con uno straordinario tour de force – e ancora, è una forma di frode”.

Shakespeare – Si direbbe il drammaturgo della morte, in assoluto, astraendo. Data, ricevuta, minacciata, invocata, semplicemente ricordata, ma ubiqua. Anche dove ci sono storie d’amore invece che lotte di potere e vendette dei potenti, “Amleto”, “Romeo e Giulietta”. Astraendo dal “secolo” elisabettiano  nel quale pure visse e che della brutalità faceva materia e si faceva forza.
Un calcolo a spanne dà non  meno di un duecento morti, nelle tragedie storiche e nei drammi psicologici (“Amleto”, “Otello”, “Romeo e Giulietta”)..

Viaggiare – Michaux lo consiglia per purgarsi: “Non per acquisire. Viaggiare per impoverirti, ecco di cosa hai bisogno”. Per impoverirsi? Non di fare esperienze ma di perderle? No, di cambiare, rendendosi disponibili a nuove esperienze. In un abbozzo di autobiografia il poeta franco-belga, che dai viaggi estrasse il meglio della sua produzione letteraria, così di descrive: “Viaggia contro. Per espellere da lui la patria, i suoi legami di ogni specie e ciò che si è in lui, suo malgrado appiccicato  di cultura greca o romana o germanica, o di abitudini belghe. Viaggi di espatrio”.

letterautore@antiit.eu

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