Il partito di Grillo, “liquido” e anzi informe,
si vuole anche autoritario, all’estremo. Su tutto cioè: parole, opere e
omissioni, e anche i pensieri. Obbedienza cieca chiedendo a una “linea” o regola che non c’è - è gli umori di Grillo – e all’oscuro
maneggio dello studio Casaleggio.
É una linea o conduzione di estrema opacità. Grillo
c’è e non c’è. Si ritira ed è invece ubiquo, assiste, esercita, indirizza,
decide, impone. In segreto e anzi di nascosto. Manifestandosi solo per la demagogia
papalina, sudamericana: emergere da una Panda, primo modello, ritagliando dalle
foto l’esercito dei “gorilla”.
Un partito di invertebrati, vuole Grillo. Che
per questo probabilmente si espande a macchia d’olio. E per questo, anche, si
squaglia molto, subito dopo avere vinto al voto. Il vecchio detto rinverdendo:
“Tempo d’alluvione, pure gli stronzi vengono a galla”. Il nuovo vecchio?
Certo, Grillo è il più vecchio – dopo Berlusconi
(che però non c’è più, o sì?). Deludente e anzi disperante per chi è
appassionato (vittima) delle novità. Quella di Grillo vene con le barbe,
posticce. Anche se per lo più nel glabro delle tante donne che esibisce, per
fortuna.
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