martedì 19 luglio 2016

Il partito liquido e autoritario

Il partito di Grillo, “liquido” e anzi informe, si vuole anche autoritario, all’estremo. Su tutto cioè: parole, opere e omissioni, e anche i pensieri. Obbedienza cieca chiedendo a una “linea”  o regola  che non c’è - è gli umori di Grillo – e all’oscuro maneggio dello studio Casaleggio.
É una linea o conduzione di estrema opacità. Grillo c’è e non c’è. Si ritira ed è invece ubiquo, assiste, esercita, indirizza, decide, impone. In segreto e anzi di nascosto. Manifestandosi solo per la demagogia papalina, sudamericana: emergere da una Panda, primo modello, ritagliando dalle foto l’esercito dei “gorilla”. 
Un partito di invertebrati, vuole Grillo. Che per questo probabilmente si espande a macchia d’olio. E per questo, anche, si squaglia molto, subito dopo avere vinto al voto. Il vecchio detto rinverdendo: “Tempo d’alluvione, pure gli stronzi vengono a galla”. Il nuovo vecchio?
Certo, Grillo è il più vecchio – dopo Berlusconi (che però non c’è più, o sì?). Deludente e anzi disperante per chi è appassionato (vittima) delle novità. Quella di Grillo vene con le barbe, posticce. Anche se per lo più nel glabro delle tante donne che esibisce, per fortuna.

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