Il
”New Yorker” celebra la “storica notte” di Hillary Clinton con un articolo in
cui dice la sua agenda ripetitiva, bisognosa di rianimazione. Mentre ha molte
cose da dire su Trump – a beneficio di Trump, che pure la rivista detesta. Che
ha carisma perché ha carattere. Che “i pettegolezzi sul suo rapporto con Putin
trascurano il fatto che una presidenza Trump potrebbe non essere nell’interesse
della Russia”. Che Trump è previsto da Rousseau, nientemeno: “L’attacco del
filosofo dell’Illuminismo contro le élites cosmopolite ora sembra profetico”.
Infine, una cos fastidiosa: “Per ogni straccio di prova di una partnership
Putin-Trump”, nelle indiscrezioni in rete, “c’è pressante una controprova” –
cioè c’è la Cia
Make Clinton real – al “New Yorker” fa eco, ancora a New York, un’altra
pubblicazione filo-Hillary, la “New York Review of Books”.
Si arriva invece
in Italia e la prima pagina del “Corriere della sera”, con foto-richiamo, è : “L’ombra
di Putin sul voto Usa”. Con un articolo di gossip,
che nessun giornale di gossip
produrrebbe, c’è un limite a tutto. Offensivo per gli Usa.
Ma, poi, solo in
Italia è scontato che basta essere donna per diventare presidente.
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