Monte dei Paschi alle Popolari? È il disegno
di Renzi. Ma perché non dirlo, perché alienarsi ancora tanti risparmiatori?
È indubbio che c’è un attacco sul Monte dei
Paschi di Siena.
È indubbio che la Bce lo favorisca. Non è mai successo, e non è altrimenti pensabile, che una banca centrale affondi una banca.
È indubbio che il governo non fa nulla per
difendere la terza banca italiana.
È indubbio che gli organismi di controllo,
Banca d’Italia e Consob, non fanno nulla per difendere la terza banca italiana,
e anzi la vogliono indebolita.
Sono quattro certezze gravi e gravissime. Abbastanza
in altra temperie per un rivolgimento, contro il governo e la Bce. Matter-of-fact invece per l’Italia 2016,
i suoi media, i suoi partiti. Naturalmente Mps non fallirà. Anche perché è la banca
italiana con l’avviamento più produttivo, e con una gestione ottima, se si fa la
tara dei crediti incagliati disposti prima della crisi. Ma non per questo la
vicenda andrebbe sotto silenzio, come sta andando: ci sono più aspetti
sgradevoli, e anche illegali, che vanno messi in chiaro.
La Bce è quella che è, e non c’è da chiedersi perché
– se ci sarà una Norimberga della crisi sarà la prima imputata. Forse
incapacità, forse subordinazione alle banche d’affari, alla speculazione. La crisi degli npl, dei crediti a rischio, è solo italiana, mentre il problema è europeo: l’Italia ha 51 miliardi di crediti incagliati su un totale europeo che il Fondo Monetario stima in 900 miliardi. Perché il problema è solo italiano? E perché da Francoforte arrivano allarmi solo su Mps - un grimaldello per scassinare tutto il sistema?
Le altre tre certezze hanno un motore. L’attacco
è opera di speculatori al ribasso che si ricoprono a termine, nonché delle finanziarie del
recupero crediti che assolutamente vogliono i crediti incagliati di Mps a
prezzi di realizzo, non al 30-35 per cento del valore facciale, come sa, ma al 20-22. Il businesa dei crediti incagliati, non performing loans, è ernome: il governo americano, che li ha
rilevati dalla banche in crisi e poi riscossi o rivenduti, ci ha guadagnato 16
miliardi di dollari.
Ma il disegno è unico – ci concorre il
recupero crediti nella persona di Serra, fiduciario di Renzi, e altri uomini di
mano non dichiarati. La corrispondenza del “Financial Times”
che ha reso pubblici i rilievi Bce a Mps è stata concordata a palazzo Chigi. Mps è preda designata del sistema delle popolari che Renzi
con Visco stanno consolidando. O la vecchia-nuova Dc – i Popolari, l’ala marciante
del compromesso di Berlinguer. Che con Mps avrà il controllo di tutto il sistema del credito.
Nessun commento:
Posta un commento