“The
Italian Job” è la copertina dell’“Economist” per dichiarare e insieme
certificare la guerra alle banche italiane. Dopo nove anni di crisi, il
giornale della City certifica e dichiara altri dolori per l’Italia. Come niente
fosse: è il mercato, bellezza?
E
poi si sa che l’Italia non è all’altezza dell’“Economist” – solo Severgnini.
Anche
Elkann dev’essere all’altezza dell’“Economist”, giacché ne è il padrone, con la
sua Exxor. Ma lui chi è nell’Italian Job, quello che tira il coltello?
Tra
i mobilissimi competentissimi assessori di Roma, Raggi si fregia di “una
giovane ricercatrice italiana”. Una “giovane ricercatrice italiana” fa fino, i cronisti sono estasiati. La”giovane ricercatrice italiana” è dell’università
Uninettuno. Di Nettuno, vicino Anzio.
I
paesi al potere? Però, a prova del ridicolo, viva la stampa.
Fra
tutti i motivi di propaganda contro Obama, i repubblicani prediligono il suo “islam
nascosto”. È un terreno in effetti insidioso, perché Obama non si può spingere
oltre contro gli islamici, oltre a negare di essere o essere stato islamico. Ma
è evidente che il fattore religioso è discriminante in politica, più del colore
per esempio (Obama), più dei soldi (Clinton).
Un
“processo” che termina come era cominciato, quello delle carte vaticane. Con la
condanna di Vallejo e Chaouqui, due truffatori, e due anzi incalliti. Ma non si
dice come mai fossero persone di fiducia del papa. Una storia molto argentina –
di massonerie?
Il
56 per cento dei crediti incagliati del Monte dei Paschi è di “grandi prenditori”,
grandi clienti, con cifre da un milione in su, anche di molti milioni. L’ex Pci
ha molto da farsi perdonare. Anche la favole della banca del territorio, per le
piccole e medie imprese.
Un
ex socialista, ex ministro della Giustizia, peraltro mai distinto per coraggio
politico, fa sulla “Nazione” una lista interminabile delle illegalità della
giustizia: tremila arrestati nel 1992 e trentamila indagati, “in buona parte
poi assolti”, 45 suicidi, “più i feriti e gli invalidi”, la campagna ventennale
contro Berlusconi, che “alla fine partorì un’iniqua condanna per evasione
fiscale” come “arma retroattiva per defenestrarlo”, le “inchieste petardo dell’impareggiabile
Woodcock”, quelle “del rivoluzionario Ingroia, baciolemani di Crocetta”… Tanto
da mandare ar gabbio mezza giustizia, che invece ci governa.
L’ultima
tornata dei processi per intercettazione mette in scena un onorevole, o è
senatore?, Marotta, ex di un po' tutti, Mastella, Berlusconi e Monti. Indagato per
mazzette, l’onorevole o senatore era scontento: rimpiangeva gli anni in cui era
stato al Csm, membro laico nominato da Mastella, invece che in Parlamento: “Lì
sì che c’è il potere”, è famoso per dire - scopertamente, non al telefono a uso del brigadiere.
Di
tutti i talk-show Rai l’unico che non funziona è quello di Porro, che viene dal
“Foglio” e dal “Giornale” – non per esempio “Ballarò”. Senza vergogna dei democratici
che si sono insediati, contro il sistema delle spoglie naturalmente, in tutti i
gangli di potere Rai, dalla presidente senza titoli Maggioni all’ineffabile Freccero.
E
che dice Fazio? Che ne dice Giannini, feroce censore delle fortune di Berlusconi
(Berlusconi si arricchiva con la Rai?)?
È però
vero che Fazio e Giannini compattano il pubblico come ai vecchi tempi di Telekabul,
quando c’era il Partito, e il Partito dava la linea. Non si perdono una puntata,
che magari non seguono (ogni sera la Littizzetto...), ma applaudono infaticabili
se chiamati.
Johnson
e Farage hanno vinto il referendum, hanno portato la Gran Bretagna fuori dalla
Ue, e a un futuro di povertà, e subito dopo si dichiarano “inadeguati”: “Lascio
la politica”. C’è del marcio in Inghilterra.
Farage
non rinuncia però, antieuropeo e tutto, a Strasburgo, al parlamento europeo.
Ancora un paio d’anni di viaggetti gratis, per il week-end ci vogliono? O ci
avrà a Strasburgo la fidanzata, oltre al vitalizio da maturare? Poi dice che l’Europa non serve a niente.
Salah
Abdeslam ha un intero piano del carcere per sé a Parigi, per goderselo in
isolamento. Mentre altri carcerati, anche solo in attesa di giudizio, condividono
celle a due, a tre e anche a quattro. È, non percepito, il primo movente del
disprezzo arabo: mostrarsi deboli. Magari per il rispetto delle regole.
Il
rispetto delle regole, nel mondo transmediterraneo tema di ridicolo, è il motore dell’immigrazione di massa: molta
immigrazione è organizzata sulla base delle procedure legali europee, per
eludere i divieti tramite le stesse leggi europee. Questo abbatte le fondamenta
del razzismo: l’immigrato non è stupido,
e anzi è più informato e abile di noi. Ma a scapito del rispetto, presso gli
arabi, e presso gli africani.
Raggi
vuole un selfie col papa. Insiste. Il
papa accondiscende. Raggi si fa attendere. Il papa aspetta. È la nuova dignità
dei ruoli?
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