venerdì 8 luglio 2016

Ombre - 323

“The Italian Job” è la copertina dell’“Economist” per dichiarare e insieme certificare la guerra alle banche italiane. Dopo nove anni di crisi, il giornale della City certifica e dichiara altri dolori per l’Italia. Come niente fosse: è il mercato, bellezza?
E poi si sa che l’Italia non è all’altezza dell’“Economist” – solo Severgnini.

Anche Elkann dev’essere all’altezza dell’“Economist”, giacché ne è il padrone, con la sua Exxor. Ma lui chi è nell’Italian Job, quello che tira il coltello?   

Tra i mobilissimi competentissimi assessori di Roma, Raggi si fregia di “una giovane ricercatrice italiana”. Una “giovane ricercatrice italiana” fa fino, i cronisti sono estasiati. La”giovane ricercatrice italiana” è dell’università Uninettuno. Di Nettuno, vicino Anzio.
I paesi al potere? Però, a prova del ridicolo, viva la stampa.

Fra tutti i motivi di propaganda contro Obama, i repubblicani prediligono il suo “islam nascosto”. È un terreno in effetti insidioso, perché Obama non si può spingere oltre contro gli islamici, oltre a negare di essere o essere stato islamico. Ma è evidente che il fattore religioso è discriminante in politica, più del colore per esempio (Obama), più dei soldi (Clinton).

Un “processo” che termina come era cominciato, quello delle carte vaticane. Con la condanna di Vallejo e Chaouqui, due truffatori, e due anzi incalliti. Ma non si dice come mai fossero persone di fiducia del papa. Una storia molto argentina – di massonerie?

Il 56 per cento dei crediti incagliati del Monte dei Paschi è di “grandi prenditori”, grandi clienti, con cifre da un milione in su, anche di molti milioni. L’ex Pci ha molto da farsi perdonare. Anche la favole della banca del territorio, per le piccole e medie imprese.

Un ex socialista, ex ministro della Giustizia, peraltro mai distinto per coraggio politico, fa sulla “Nazione” una lista interminabile delle illegalità della giustizia: tremila arrestati nel 1992 e trentamila indagati, “in buona parte poi assolti”, 45 suicidi, “più i feriti e gli invalidi”, la campagna ventennale contro Berlusconi, che “alla fine partorì un’iniqua condanna per evasione fiscale” come “arma retroattiva per defenestrarlo”,  le “inchieste petardo dell’impareggiabile Woodcock”, quelle “del rivoluzionario Ingroia, baciolemani di Crocetta”… Tanto da mandare ar gabbio mezza giustizia, che invece ci governa.  

L’ultima tornata dei processi per intercettazione mette in scena un onorevole, o è senatore?, Marotta, ex di un po' tutti, Mastella, Berlusconi e Monti. Indagato per mazzette, l’onorevole o senatore era scontento: rimpiangeva gli anni in cui era stato al Csm, membro laico nominato da Mastella, invece che in Parlamento: “Lì sì che c’è il potere”, è famoso per dire - scopertamente, non al telefono a uso del brigadiere.

Di tutti i talk-show Rai l’unico che non funziona è quello di Porro, che viene dal “Foglio” e dal “Giornale” – non per esempio “Ballarò”. Senza vergogna dei democratici che si sono insediati, contro il sistema delle spoglie naturalmente, in tutti i gangli di potere Rai, dalla presidente senza titoli Maggioni all’ineffabile Freccero.
E che dice Fazio? Che ne dice Giannini, feroce censore delle fortune di Berlusconi (Berlusconi si arricchiva con la Rai?)?

È però vero che Fazio e Giannini compattano il pubblico come ai vecchi tempi di Telekabul, quando c’era il Partito, e il Partito dava la linea. Non si perdono una puntata, che magari non seguono (ogni sera la Littizzetto...), ma applaudono infaticabili se chiamati.

Johnson e Farage hanno vinto il referendum, hanno portato la Gran Bretagna fuori dalla Ue, e a un futuro di povertà, e subito dopo si dichiarano “inadeguati”: “Lascio la politica”. C’è del marcio in Inghilterra.

Farage non rinuncia però, antieuropeo e tutto, a Strasburgo, al parlamento europeo. Ancora un paio d’anni di viaggetti gratis, per il week-end ci vogliono? O ci avrà a Strasburgo la fidanzata, oltre al vitalizio da maturare? Poi dice che l’Europa non serve a niente.  

Salah Abdeslam ha un intero piano del carcere per sé a Parigi, per goderselo in isolamento. Mentre altri carcerati, anche solo in attesa di giudizio, condividono celle a due, a tre e anche a quattro. È, non percepito, il primo movente del disprezzo arabo: mostrarsi deboli. Magari per il rispetto delle regole.

Il rispetto delle regole, nel mondo transmediterraneo tema di ridicolo,  è il motore dell’immigrazione di massa: molta immigrazione è organizzata sulla base delle procedure legali europee, per eludere i divieti tramite le stesse leggi europee. Questo abbatte le fondamenta del  razzismo: l’immigrato non è stupido, e anzi è più informato e abile di noi. Ma a scapito del rispetto, presso gli arabi, e presso gli africani.

Raggi vuole un selfie col papa. Insiste. Il papa accondiscende. Raggi si fa attendere. Il papa aspetta. È la nuova dignità dei ruoli?

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