Sarà stato il salvatore dell’euro, ma quando e
come ha fatto comodo a chi l’ha messo lì: le grandi banche angloamericane (“la
City”) e, su loro consiglio, Angela Merkel. Ha affodnato invece l’Italia quando ha
potuto. Nell’estate del 2011 con la famosa lettera contro i bilanci italiani, Da
un anno circa con le violente offensive contro il Monte dei Paschi di Siena:
non è mai successo, e non è altrimenti pensabile, che una banca centrale
affondi una banca. Un brutto anticipo della crisi che la City proclama di nuovo italiana, delle banche invece del debito.
Il riacquisto dei titoli pubblici va bene,
salva l’euro, forse, ma soprattutto salva i conti delle banche angloamericane, della “City”. Il “whatever it
takes” di cui si celebra sì, è a favore delle banche. Ma non di tutte. Con la
storia dei non performing loans sta
scrivendo una pagina nera, del credito e delle banche. Gli npl non sono un problema solo italiano, ma lui lo ha fatto
diventare tale. Mettendoci del suo.
Bisogna che le banche
italiane si spoglino degli npl per favorire
“la City”, cedendoli gratuitamente? Perché non dirlo, perché affondare i risparmiatori
(azionisti e obbligazionisti) e in qualche modo, sicuramente, anche i
correntisti, che in Mps sono cinque milioni, nei servizi se non nella disponibilità? È come si dice, che il
diavolo fa le pentole senza coperchi.
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