martedì 19 luglio 2016

Una donna tutta manager

Di destra e ultrafemminista - il sotttitolo è “Storie di emancipazione interrotta”. Bisogna chiedere non la parità, bisogna chiedere molto di più, “è soltanto con la disparità che possiamo liberarci dalla discriminazione”. Avvocato di grido, per l’assoluzione di Andreotti e Sollecito, suoi patrocinati, in politica con Fini, deputato per due legislature e presidente della commissione Giustizia, l’avvocatessa Bongiorno vede la donna oggi centauro, metà manager e metà casalinga, e la vuole liberare del tutto, dalla casa.
Manager è la parola magica anche per lei. E arrabbiata è sempre, con uno scopo: la politica  non la lascia, è nella riserva della Repubblica. Da avvocato sa che le leggi, anche quelle stringenti, contro lo stupro o il femminicidio, sono ininfluenti in primo logo perché la giustizia è lenta, lentissima, e resta formale. Non si cura delle priorità o urgenze sociali – no, ha delle priorità, Bongiorno come avvocato di Andreotti l’ha sperimentato per le cause di mafia, che fanno carriera, non è sensibile socialmente (però in questo ha ragione: i delitti contro le donne non fanno fare carriera…)..
Giulia Bongiorno, Le donne corrono da sole, Rizzoli, pp. 216 € 17,50

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